Mediobanca R&S ha pubblicato mercoledì uno studio sulle società della moda.
"Con una crescita delle vendite nell’ordine del 10,1%, margini industriali in progressione del 21,9% e un risultato netto a +25,4%, la moda si è confermata anche nel 2011 un settore sano e mediamente più dinamico di altre attività del made in Italy. A dimostrarlo è l’annuario R&S di Mediobanca, l'istituto guidato da Alberto Nagel, che ha preso in considerazione dieci fra le maggiori realtà fashion con sede in Italia, esclusi Gucci e Bottega veneta, griffe facenti parte del gruppo francese Ppr. Come evidenziato dalla ricerca, la metà delle società comprese nel panel, ovvero Zegna, Ferragamo, Prada, Tod’s e Giorgio Armani, ha realizzato incrementi a doppia cifra sia dei margini sia del fatturato (vedere tabella). Più nello specifico, a vincere la palma d’oro per percentuale di aumento dei ricavi è stata la Salvatore Ferragamo (+26,6%) mentre per marginalità il podio spetta a Zegna con un +107,9%. Il gruppo Tod’s, invece, si aggiudica il merito di società con il payout più generoso (75%) rispetto a una media del 26%. Altro elemento chiave, a sottolineare la buona salute dei gruppo italiani del lusso, è l’avere una struttura finanziaria improntata a grande solidità con debiti pari a solo il 15,5% dei mezzi propri (rispetto al 115% della grande manifattura). Con una situazione di eccellenza per la Giorgio Armani, praticamente priva di debiti (0,3% dei mezzi propri). Driver di crescita per tutte le aziende si sono confermati i mercati lontani, con un fatturato europeo progredito del 4,5% a fronte di un fatturato del resto del mondo a +17,5%. Particolarmente attive extra Ue sono state Zegna che ha venduto in Europa solo il 25,9% e Ferragamo (24,3%). Mentre hanno conservato un focus ancora prevalentemente europeo Benetton (79%), Max Mara (72%) Miroglio e Tod’s (70,6%)."
(da MF Fashion)
venerdì 21 dicembre 2012
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