Ho appena finito di leggere su Il Sole 24 Ore che arriva a giorni la direttiva europea sull’universalità dei conti correnti bancari, necessaria visto che 30 milioni di consumatori europei - il 7% del totale - risultano ancora esclusi dai servizi di base. E’ una mossa ambiziosa, accoppiata al progetto di una stretta sui criteri di trasparenza dei prezzi allo sportello e a norme più precise per la portabilità dei rapporti con gli istituiti di credito. La raccomandazione varata nel 2011, basata sull’autoregolamentazione, ha avuto per Bruxelles «effetti contrastanti».
Nonostante gli appelli, le tariffe sono spesso difficili da comprendere, e cambiare banca continua a essere impresa non elementare. L’universo del credito è uno dei vigilati speciali che la Commissione Ue ha messo nell’agenda per l’anno nuovo.
Un anno di attesa
L’Europa sa di avere bisogno di svolte tecniche perché il 2013 sia il tempo del ritorno della crescita. Nessuno lo dice ufficialmente, ma nei corridoi comunitari si confessa che il passo delle decisioni politiche sarà limitato dall’avvicinarsi delle elezioni tedesche d’autunno. Come capitato in dicembre per il rafforzamento (annacquato) dell’Unione economica, Frau Merkel non vuole dibattiti che disturbino la sua campagna elettorale. Così a Bruxelles si pensa a ciò che si può fare davvero, come mantenere il mercato unico in cui 500 milioni di europei devono essere in grado di circolare e fare affari come a casa propria.
Banche e piazze finanziarie, anzitutto. Mentre i ministri tenteranno di chiudere entro l’anno il capitolo della vigilanza creditizia unica da attribuire alla Bce (dovrebbe partire entro dicembre), il francese che segue il ricco dossier - Michel Barnier - ha compilato l’elenco delle medicine capaci di rendere l’Europa più efficiente, un testo in cui la trasparenza allo sportello è la carta da calare più in fretta, anche perché restano solo 17 mesi di legislatura europea per confezionare le decisioni. Sarà nel primo trimestre, mentre nel secondo arriverà la nuova direttiva sui servizi di pagamento e sulle commissioni multilaterali.
La Commissione ritiene che i costi per imprese e consumatori siano, in molti casi, «più alti di quanto sarebbe opportuno». In parallelo, Barnier vuole intavolare un provvedimento che faciliti la transizione verso l’amministrazione elettronica, processo che «renda un miglior servizio e a un minor costo» ai cittadini: la stima è di poter risparmiare un miliardo di euro l’anno a livello continentale smaterializzando le transazioni e il dialogo fra pubblico e privato.
I project bond
Bruxelles cerca di liberare risorse. Lo farà anche con un Libro verde sugli investimenti a lungo termine, in cui misurerà l’impatto dei rafforzati requisiti di capitale sulle banche e cercherà di incoraggiare gli impieghi destinati a finanziare i progetti di infrastruttura. Siamo sulla via dei Project bond, che adesso entrano nella fase pratica coi primi piani sperimentali: L’Ue sborserà nei prossimi mesi 230 milioni che ritiene possano moltiplicarsi sino a portare 4-5 miliardi sul mercato delle infrastrutture per energia, trasporti e Tlc. Detto che in dicembre non si è chiusa la famigerata Crd4 sulla patrimonializzazione delle banche (questione di giorni, pare), si approssima il testo sulla sicurezza dei prodotti contraffatti (alimentari, giocattoli, abiti) che, se non in linea con gli standard, possono rappresentare gravi rischi (responsabilità di Tajani).
Gli altri interventi
Seguono il pacchetto per la banda larga (Kroes), quello per il sistema marittimo di trasporti integrati e il piano di azione per i cieli (Kallas). L’Europa cerca il dinamismo col fare rete e ha l’obiettivo di chiudere tutto per giugno 2014. Così da ripartire dall’autunno col nuovo Europarlamento e la nuova Commissione. A recessione archiviata, si spera.
lunedì 7 gennaio 2013
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