giovedì 20 dicembre 2012

Anche le banche spaventate dalla crisi della casa. L'Abi studia un accordo sui mutui con i costruttori per rilanciare l'edilizia

Dice Huffington Post che "se non riparte l'edilizia non riparte l'economia. L'allarme, stavolta, non è arrivato dalle associazioni dei costruttori. A lanciarlo è stato direttamente il sistema bancario, per bocca del presidente dell'Abi, Giuseppe Mussari. "Dal punto di vista macroeconomico", ha spiegato, "il settore edilizio, e quindi dei mutui, è il motore della crescita. Rappresenta", ha detto Mussari, un comparto essenziale per l'economia su cui l'Abi si sta confrontando con l'Ance (l'associazione dei costruttori, ndr)".
Il nodo da sciogliere è molto complicato. Da bene rifugio, il mattone sembra essersi trasformato in un bene dal quale fuggire. Nel primo semestre dell'anno, secondo i dati dell'Agenzia del Territorio, le compravendite sono crollate del 25% a 262.967 unità. Colpa dell'Imu e della Tares? In parte forse. Ma l'andamento del mercato non dipende solo dalla patrimoniale decisa dal governo Monti sulla casa. Buona parte della responsabilità è del debito pubblico.
Gli economisti lo chiamano effetto "spiazzamento". Comprare titoli di Stato è molto più sicuro e conveniente di ogni altro investimento. Compreso quello tipico nel mattone. Qualche indizio lo si trova nello stesso Bollettino dell'Abi diffuso oggi. Le attività finanziarie delle famiglie, spiega il documento, sono calate a 3.559 miliardi di euro nel secondo semestre dell'anno, il 2,6% in meno rispetto ad un anno fa. Ma il dato non racconta tutto. Nel portafoglio degli italiani ci sono sempre meno azioni e partecipazioni (-14,4% in un anno) e fondi comuni di investimento (-4,7%), mentre ci sono sempre più titoli pubblici (aumentati dell'8,6% in un solo anno)."

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