Ancora una volta Banca Mps è nel mirino...Leggete, di seguito, l'articolo del Sole 24 Ore.
Associazione a delinquere transnazionale finalizzata alla truffa. È l'accusa che i Pm di Siena rivolgono agli undici indagati (fra i quali Baldassarri, Toccafondi, Fabris e Pontone) per otto dei quali hanno chiesto la misura cautelare della carcerazione preventiva, negata dal Gip, che con un provvedimento di 35 pagine ha però disposto il divieto di espatrio ravvisando, secondo quanto riferisce una fonte giudiziaria, "concreti e reali" pericoli di fuga e di inquinamento probatorio "ad esempio attraverso la dissipazione o la schermatura dei proventi della truffa".
Vittima principale della truffa, secondo i magistrati senesi, sarebbe stata "banca Mps insieme ad altri soggetti". Secondo una fonte a diretta conoscenza della vicenda l'ammontare della truffa sarebbe quantificabile in "circa 90 milioni di euro", 47 dei quali erano già stati sequestrati in diverse tranches fra gennaio e ottobre dello scorso anno, tra gli altri, a Baldassarri, ai titolari della società Enigma e ad altri broker e funzionari di Mps. Queste somme erano state sequestrate in diversi paesi, fra i quali l'Italia, la Gran Bretagna, San Marino e Vanuatu.
Secondo una fonte giudiziaria, le somme eccedenti quelle già sequestrate "non sono tutte riconducibili all'attività di Enigma" e si troverebbero in varie località "fra cui Londra, Singapore e Lugano" alle cui autorità i magistrati senesi hanno chiesto collaborazione tramite rogatorie.
Le perquisizioni sono ancora in corso.
Domani i pm presenteranno al tribunale del Riesame di Firenze l'appello contro la decisione del Gip di Siena, Ugo Bellini, di negare la custodia cautelare in carcere a otto degli indagati.
Visualizzazione post con etichetta banchieri. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta banchieri. Mostra tutti i post
martedì 25 febbraio 2014
venerdì 23 novembre 2012
Banca Esperia: Andrea Cingoli recluta un ex Ubi
Un ex Ubi Banca entra nella struttura commerciale di Banca Esperia nella zona di Milano.
Secondo quanto riporta MF Milano Finanza, la private bank guidata da Andrea Cingoli avrebbe accolto tra le sue fila Sergio Del Piccolo, che entra nel team guidato dal responsabile della direzione commerciale per la Lombardia Theo Delia Russel.
L'obiettivo della nomina è supportare l'attività sulla clientela di riferimento del gruppo, ovvero manager, professionisti e imprenditori.
(da Bluerating.com)
Secondo quanto riporta MF Milano Finanza, la private bank guidata da Andrea Cingoli avrebbe accolto tra le sue fila Sergio Del Piccolo, che entra nel team guidato dal responsabile della direzione commerciale per la Lombardia Theo Delia Russel.
L'obiettivo della nomina è supportare l'attività sulla clientela di riferimento del gruppo, ovvero manager, professionisti e imprenditori.
(da Bluerating.com)
lunedì 13 febbraio 2012
Mediobanca tira le orecchie all’Ingegnere smemorato
"Nel ruolo di responsabile dell'Archivio storico di Mediobanca, Fulvio Coltorti si conferma attento custode dell'ortodossia di Piazzetta Cuccia e tira le orecchie a Carlo De Benedetti. L'Ingegnere, parlando alla Bocconi, ha imputato a Enrico Cuccia la cessione della divisione elettronica di Olivetti alla General Electric. Per De Benedetti una mossa miope perch´ Cuccia «non ha curato lo sviluppo del Paese. Era un autarchico, un monarchico». Ma Coltorti non ci sta e ricorda che quella cessione non fu decisa da Mediobanca, ma dal Gruppo d'intervento (con Imi, Fiat, Pirelli e La Centrale) costituito nel '64 per salvare l'Olivetti. E fu Fiat a porre la cessione come condizione. Quanto poi a un Cuccia «monarchico», quando è ben nota la indole repubblicana, si tratta senz'altro di un infelice lapsus."
(da Il Giornale)
(da Il Giornale)
venerdì 23 dicembre 2011
Gianni Zonin: i fondi Bce andranno alle imprese

"L'iniezione di liquidità dalla Banca centrale servirà all'istituto vicentino anche per la gestione delle obbligazioni in scadenza. La Bpvi ha ottenuto dalla Bce il finanziamento al tasso dell'1%."
"Noi siamo una banca popolare - continua Zonin - che ha come scopo primario quello di favorire lo sviluppo delle imprese del territorio in cui opera". "E' evidente che questa iniezione di risorse ci permetterà di perseguire questo obiettivo e di continuare così ad assicurare il credito al sistema imprenditoriale. E, tenuto conto delle nostre obbligazioni in scadenza vedremo di mantenere l'equilibrio finanziario".
martedì 13 dicembre 2011
Francesco Saverio Vinci
Francesco Saverio Vinci è:

Francesco Saverio Vinci è nato a Milano il 10 novembre 1962.
Dopo la laurea in Economia Aziendale conseguita presso l’Università Bocconi di Milano, Vinci è stato assunto in Mediobanca nel 1987: qui ha ricoperto incarichi di crescente responsabilità fino a ricoprire l’attuale ruolo di Amministratore e membro del Comitato Esecutivo.
Franceso Saverio Vinci fa anche parte del Consiglio di Amministrazione di Assicurazioni Generali dall’aprile 2010.

- Direttore Generale e Vice Presidente del Comitato Esecutivo di Mediobanca,
- Consigliere di Amministrazione di Assicurazioni Generali,
- Consigliere di Amministrazione di Banca Esperia,
- Consigliere di Amministrazione di Compagnie Monégasque de Banque,
- Vice Presidente di Mediobanca Securities USA LLC,
- Consigliere di Amministrazione di Perseo S.p.A.,
- Consigliere di Amministrazione di Italmobiliare.

Francesco Saverio Vinci è nato a Milano il 10 novembre 1962.
Dopo la laurea in Economia Aziendale conseguita presso l’Università Bocconi di Milano, Vinci è stato assunto in Mediobanca nel 1987: qui ha ricoperto incarichi di crescente responsabilità fino a ricoprire l’attuale ruolo di Amministratore e membro del Comitato Esecutivo.
Franceso Saverio Vinci fa anche parte del Consiglio di Amministrazione di Assicurazioni Generali dall’aprile 2010.
Etichette:
banchieri,
Francesco Saverio Vinci,
Generali,
Mediobanca e CheBanca
giovedì 1 dicembre 2011
Francesco Perilli
Francesco Perilli è amministratore delegato della società finanziaria Equita SIM e fa parte della commissione direttiva di Assosim, Associazione Italiana Intermediari Mobiliari.
Dopo 2 anni come Ufficiale di Marina, Francesco Perilli si laurea in Economia e Commercio presso l'Università Luigi Bocconi di Milano, per poi specializzarsi presso la New York University.
In Euromobiliare dal febbraio 1985, segue la trasformazione in SIM di Euromobiliare, che ha cambiato ragione sociale in Equita SIM successivamente all'operazione del dicembre 2007, quando il fondo di private equity americano JC Flowers & Co. è entrato nell'azionariato.
Dal 1989, Francesco Perilli è responsabile della consulenza sugli investimenti in azioni.
Dal 1992 Equita SIM incorpora anche le attività di Equity Capital Market (ECM) ed Advisory di Euromobiliare.
Dal 1996 al 1997 è membro dell'ultimo comitato direttivo di Borsa Italiana, prima della sua privatizzazione.

In Euromobiliare dal febbraio 1985, segue la trasformazione in SIM di Euromobiliare, che ha cambiato ragione sociale in Equita SIM successivamente all'operazione del dicembre 2007, quando il fondo di private equity americano JC Flowers & Co. è entrato nell'azionariato.
Dal 1989, Francesco Perilli è responsabile della consulenza sugli investimenti in azioni.
Dal 1992 Equita SIM incorpora anche le attività di Equity Capital Market (ECM) ed Advisory di Euromobiliare.
Dal 1996 al 1997 è membro dell'ultimo comitato direttivo di Borsa Italiana, prima della sua privatizzazione.
Etichette:
banchieri,
Equita SIM,
Francesco Perilli,
investimenti e trading
martedì 25 ottobre 2011
Andrea Cingoli
Andrea Cingoli è AD di Banca Esperia dal 22 aprile 2009, oltre che membro del CdA e del Comitato Direttivo e rappresentante di Banca Esperia in AIPB, Associazione Italiana Private Banking.
Andrea Cingoli è nato a Vimercate (MI) nel 1960. È sposato e ha 2 figli.
Formazione:
- diplomato presso il liceo classico dell'Istituto Zaccaria di Milano
- laureato in Economia Aziendale alla Bocconi di Milano con una tesi sulle strategie di diversificazione in regime di oligopolio
- specializzato in economia e business alla UCLA, University of California, Los Angeles
- specializzato in economia e business alla Princeton University, New Jersey.
Carriera profesionale:
Andrea Cingoli ha iniziato la sua carriera in Interbanca, dove si occupava di finanziamenti a medio-lungo termine ad aziende mid-corporate.
Nel 1989 ha partecipato allo start-up della Banca Internazionale Lombarda, la prima realtà di Wealth Management nel mercato italiano dove si occupava di Financial Planning e poi di Private Banking.
Nel 1996 è stato assunto dalla neo costituita UBS Italia come Vicedirettore Generale, con la responsabilità di sviluppare e gestire il Team di Private Bankers. Nel 2002 è entrato nel Consiglio di Amministrazione di UBS Italia come Vice Presidente e successivamenteè stato nominato Presidente della neo costituita UBS Fiduciaria. Andrea Cingoli si occupava dello sviluppo della Struttura Commerciale della Banca in particolare in Lombardia, nel Nord Est e nel Centro Sud. Nel 2005 è diventato responsabile della Direzione Commerciale di UBS Italia dedicata ai Key Clients su tutto il territorio nazionale. Nel 2006 è stato nominato deputy del Responsabile Key Clients dell’area South Europe, Middle East and Africa. Nel 2008 ha assunto il ruolo di Amministratore Delegato di UBS Italia.
Nel 2009 è diventato Amministratore Delegato di Banca Esperia
Link:
- profilo di Andrea Cingoli sul sito del Gruppo Banca Esperia
- sito personale: www.andreacingoli.it
![]() |
Andrea Cingoli |
Formazione:
- diplomato presso il liceo classico dell'Istituto Zaccaria di Milano
- laureato in Economia Aziendale alla Bocconi di Milano con una tesi sulle strategie di diversificazione in regime di oligopolio
- specializzato in economia e business alla UCLA, University of California, Los Angeles
- specializzato in economia e business alla Princeton University, New Jersey.
Carriera profesionale:
Andrea Cingoli ha iniziato la sua carriera in Interbanca, dove si occupava di finanziamenti a medio-lungo termine ad aziende mid-corporate.
Nel 1989 ha partecipato allo start-up della Banca Internazionale Lombarda, la prima realtà di Wealth Management nel mercato italiano dove si occupava di Financial Planning e poi di Private Banking.
Nel 1996 è stato assunto dalla neo costituita UBS Italia come Vicedirettore Generale, con la responsabilità di sviluppare e gestire il Team di Private Bankers. Nel 2002 è entrato nel Consiglio di Amministrazione di UBS Italia come Vice Presidente e successivamenteè stato nominato Presidente della neo costituita UBS Fiduciaria. Andrea Cingoli si occupava dello sviluppo della Struttura Commerciale della Banca in particolare in Lombardia, nel Nord Est e nel Centro Sud. Nel 2005 è diventato responsabile della Direzione Commerciale di UBS Italia dedicata ai Key Clients su tutto il territorio nazionale. Nel 2006 è stato nominato deputy del Responsabile Key Clients dell’area South Europe, Middle East and Africa. Nel 2008 ha assunto il ruolo di Amministratore Delegato di UBS Italia.
Nel 2009 è diventato Amministratore Delegato di Banca Esperia
Link:
- profilo di Andrea Cingoli sul sito del Gruppo Banca Esperia
- sito personale: www.andreacingoli.it
Etichette:
Andrea Cingoli,
banchieri,
Mediobanca e CheBanca
giovedì 16 dicembre 2010
Cesare Geronzi: uscire dall'euro sarebbe una catastrofe
Cesare Geronzi, riguardo alla moneta unica, commenta senza girarci intorno: "Sarebbe catastrofico oggi decidere l'uscita dall'euro".
da Milano Finanza - 03/12/2010:
«Sarebbe catastrofico oggi decidere l'uscita dall'euro». Cesare Geronzi non usa perifrasi per dire come la pensa sulla moneta unica nel pieno della crisi finanziaria che sta fiaccando l'Europa. Il presidente delle Generali, intervenuto alla Cattedra di san Giusto alla diocesi di Trieste, ritiene piuttosto che serva più Europa in questa fase, e addirittura si spinge anche oltre, affermando la «crucialità di una governante globale da costruire, fino all’ipotesi della realizzazione di una sorte di embrionale banca centrale globale», su cui «non si dovrebbe ulteriormente indugiare».
Se l’origine della crisi è la mancanza di regole, sono queste che devono tornare sulla scena politica, sostiene Cesare Geronzi. E’ mancata la regolamentazione finanziaria a livello globale, fondata su Fondo monetario, Banca Mondiale, Organizzazione mondiale del commercio e Financial stability board. Anche il vertice G20 di Seul ha prodotto un risultato deludente, con impegni generici contro il protezionismo e le svalutazioni competitive: «L’unica misura concreta approvata riguarda Basilea3». Anche a livello europeo, continua Cesare Geronzi, «al di là della nuova architettura della vigilanza che decollerà il 1 gennaio, che non è una riforma sostanziale», non sono stati fatti passi consistenti: «Nulla si è fatto in materia di derivati», nonostante la necessità di regolarne gli scambi su una piattaforma centralizzata. Mentre serve molto di più: l’alternativa all’uscita dall’euro è piuttosto «un progresso nei meccanismi di integrazione verso un vero governo economico, obiettivo ben diverso dalla rielaborazione in corso del patto di stabilità.
In particolare bisogna rafforzare l’Eurosistema e dotare le istituzioni comunitarie di un piano anticontagio generale. Non va perso altro tempo nell’affrontare il caso del Portogallo». E bene, secondo Cesare Geronzi, fa il governatore della Bce, Jean-Claude Trichet, a tenere alta la guardia contro le tensioni finanziarie sempre in agguato.
Se l’Europa piange, l’Italia nel suo piccolo può comunque farsi forza dello stato di salute delle sue banche, grazie ai processi di consolidamento degli anni Novanta, alla vigilanza della Banca d’Italia, allo scudo offerto dal governo e alla «politica di finanza pubblica che ha consentito di avere le spalle coperte dalla messa in sicurezza dei conti dello Stato». Tuttavia per l’Italia «una crescita tra l’1,1% e l’1,2% non è adeguata a contrastare la disoccupazione che è giunta all’8,6%, il punto più alto dal 2004». In questo scenario di crisi delle imprese e dei conti pubblici, per Cesare Geronzi è urgente che vengano ripristinati dal governo i fondi per il 5 per mille, necessari per finanziare il cosiddetto «terzo settore», l’unico che può sostenere la sussidiarietà nel Paese.
In questo scenario di crisi, Cesare Geronzi rivendica che «per le Generali, come per le altre società assicurative europee operanti sia nel ramo vita sia nel ramo danni, non si sono resi necessari aumenti di capitale, ma si è avuta esclusivamente una riduzione temporanea del dividendo per il 2009. Ora ci accingiamo a presentare un risultato di esercizio senz’altro soddisfacente. Il nuovo anno sarà affrontato con un rafforzamento organizzativo e un potenziamento delle strategie». Il tema caldo è la nomina del country manager per l’Italia, previsto dalla governante ma ad oggi vacante, per il quale si da il nome dell’attuale cfo, Raffaele Agrusti. «Deciderà il cda», ha detto a margine Cesare Geronzi, «io posso solo dare un contributo nel momento delle decisioni. Agrusti? E’ tanto bravo che può fare qualunque cosa».
da Milano Finanza - 03/12/2010:

Se l’origine della crisi è la mancanza di regole, sono queste che devono tornare sulla scena politica, sostiene Cesare Geronzi. E’ mancata la regolamentazione finanziaria a livello globale, fondata su Fondo monetario, Banca Mondiale, Organizzazione mondiale del commercio e Financial stability board. Anche il vertice G20 di Seul ha prodotto un risultato deludente, con impegni generici contro il protezionismo e le svalutazioni competitive: «L’unica misura concreta approvata riguarda Basilea3». Anche a livello europeo, continua Cesare Geronzi, «al di là della nuova architettura della vigilanza che decollerà il 1 gennaio, che non è una riforma sostanziale», non sono stati fatti passi consistenti: «Nulla si è fatto in materia di derivati», nonostante la necessità di regolarne gli scambi su una piattaforma centralizzata. Mentre serve molto di più: l’alternativa all’uscita dall’euro è piuttosto «un progresso nei meccanismi di integrazione verso un vero governo economico, obiettivo ben diverso dalla rielaborazione in corso del patto di stabilità.
In particolare bisogna rafforzare l’Eurosistema e dotare le istituzioni comunitarie di un piano anticontagio generale. Non va perso altro tempo nell’affrontare il caso del Portogallo». E bene, secondo Cesare Geronzi, fa il governatore della Bce, Jean-Claude Trichet, a tenere alta la guardia contro le tensioni finanziarie sempre in agguato.
Se l’Europa piange, l’Italia nel suo piccolo può comunque farsi forza dello stato di salute delle sue banche, grazie ai processi di consolidamento degli anni Novanta, alla vigilanza della Banca d’Italia, allo scudo offerto dal governo e alla «politica di finanza pubblica che ha consentito di avere le spalle coperte dalla messa in sicurezza dei conti dello Stato». Tuttavia per l’Italia «una crescita tra l’1,1% e l’1,2% non è adeguata a contrastare la disoccupazione che è giunta all’8,6%, il punto più alto dal 2004». In questo scenario di crisi delle imprese e dei conti pubblici, per Cesare Geronzi è urgente che vengano ripristinati dal governo i fondi per il 5 per mille, necessari per finanziare il cosiddetto «terzo settore», l’unico che può sostenere la sussidiarietà nel Paese.
In questo scenario di crisi, Cesare Geronzi rivendica che «per le Generali, come per le altre società assicurative europee operanti sia nel ramo vita sia nel ramo danni, non si sono resi necessari aumenti di capitale, ma si è avuta esclusivamente una riduzione temporanea del dividendo per il 2009. Ora ci accingiamo a presentare un risultato di esercizio senz’altro soddisfacente. Il nuovo anno sarà affrontato con un rafforzamento organizzativo e un potenziamento delle strategie». Il tema caldo è la nomina del country manager per l’Italia, previsto dalla governante ma ad oggi vacante, per il quale si da il nome dell’attuale cfo, Raffaele Agrusti. «Deciderà il cda», ha detto a margine Cesare Geronzi, «io posso solo dare un contributo nel momento delle decisioni. Agrusti? E’ tanto bravo che può fare qualunque cosa».
Etichette:
banchieri,
cesare geronzi,
crisi,
Generali
mercoledì 12 maggio 2010
Alberto Nagel
Alberto Nagel (nome completo Alberto Nicola Nagel) è l'amministratore delegato di Mediobanca. Vediamo la sua biografia
Nato a Milano il 7 giugno del 1965, Nagel ha conseguito nel 1984 la maturità classica e si è laureato nel 1990 in Economia Aziendale presso l'Università Bocconi.
Alberto Nagel, assunto in Mediobanca il 2 aprile 1991, ha svolto la sua intera carriera all'interno di questo istituto bancario, con responsabilità sempre crescenti: prima presso il Servizio Finanziario, poi al Segretariato Generale del quale diventa Responsabile nel 1997, per poi assumere, con l'evoluzione della struttura Organizzativa di Mediobanca, la Responsabilità della Divisione Investment Banking. Alberto Nagel viene poi nominato Funzionario nel 1995, Direttore Centrale nel 1998, Vice Direttore Generalenel 2002, Direttore Generale nel 2003, Consigliere Delegato nel 2002 e infine Amministratore Delegato nel 2008.
Nagel è anche Vicepresidente di Assicurazioni Generali e Consigliere di Amministrazione in Banca Esperia e in ABI (Associazione Bancaria Italiana).
![]() |
Alberto Nagel |
Alberto Nagel, assunto in Mediobanca il 2 aprile 1991, ha svolto la sua intera carriera all'interno di questo istituto bancario, con responsabilità sempre crescenti: prima presso il Servizio Finanziario, poi al Segretariato Generale del quale diventa Responsabile nel 1997, per poi assumere, con l'evoluzione della struttura Organizzativa di Mediobanca, la Responsabilità della Divisione Investment Banking. Alberto Nagel viene poi nominato Funzionario nel 1995, Direttore Centrale nel 1998, Vice Direttore Generalenel 2002, Direttore Generale nel 2003, Consigliere Delegato nel 2002 e infine Amministratore Delegato nel 2008.
Nagel è anche Vicepresidente di Assicurazioni Generali e Consigliere di Amministrazione in Banca Esperia e in ABI (Associazione Bancaria Italiana).
Etichette:
Alberto Nagel,
assicurazioni,
banchieri,
Generali,
Mediobanca e CheBanca
lunedì 10 maggio 2010
Renato Pagliaro - presidente di Mediobanca
Renato Pagliaro è il nuovo presidente di Mediobanca.
Si legge su Il Sole 24 Ore:
"è stato formalizzato oggi dal consiglio di amministrazione il cambio della guardia a Mediobanca, con Renato Pagliaro che è stato nominato presidente al posto di Cesare Geronzi, passato da fine aprile alla presidenza di Generali."
A breve riprenderò la mia serie di post sui banchieri dedicando qualche pezzo ai nuovi eletti in Mediobanca.
Ricordo che accanto a Renato Pagliaro presidente (con Francesco Saverio Vinci come vicepresidente) ci sarà Alberto Nagel nel ruolo di amministratore delegato dell'istituto bancario.
(da Il Sole 24 Ore: "Inizia l'era-Pagliaro a Mediobanca. Cresce l'utile")
Si legge su Il Sole 24 Ore:
![]() |
Renato Pagliaro |
A breve riprenderò la mia serie di post sui banchieri dedicando qualche pezzo ai nuovi eletti in Mediobanca.
Ricordo che accanto a Renato Pagliaro presidente (con Francesco Saverio Vinci come vicepresidente) ci sarà Alberto Nagel nel ruolo di amministratore delegato dell'istituto bancario.
(da Il Sole 24 Ore: "Inizia l'era-Pagliaro a Mediobanca. Cresce l'utile")
lunedì 19 aprile 2010
Generali: i grandi soci privati discutono sulla governance
“Grandi soci al lavoro sulla governance delle Generali che il 24 aprile terrà l’assemblea per rinnovare il cda. Alla base ci sarebbero alcune riserve sulla composizione del vertice e in particolare sulle vicepresidenze del Leone. A muovere è un gruppo di azionisti (cui fa capo complessivamente il 10% della società), che in una riunione a Milano ha messo a punto una linea comune in tema di deleghe, incarichi e poteri da assegnare ai nuovi vertici. In particolare, con la prevista uscita dell’attuale presidente Antoine Bernheim e l’arrivo di Cesare Geronzi, questi soci chiedono una governance “più chiara e netta”, con Cesare Geronzi nel ruolo di “chairman” e “un unico capo azienda forte”. La scelta ricade su Giovanni Perissinotto, che ora è uno dei due amministratori delegati di Generali insieme a Sergio Balbinot. All’incontro hanno partecipato Francesco Gaetano Caltagirone (che ha circa il 2%), Lorenzo Pellicioli (De Agostini, 2,5%), Leonardo Del Vecchio di Luxottica (meno del 2%), il magnate ceco Petr Kellner (2%), Roberto Meneguzzo e Angelo Miglietta (per Ferak e Crt, 2,26%). Caltagirone e Pellicioli, hanno poi fatto visita all’ad di Mediobanca, Alberto Nagel (primo azionista del Leone con il 15%). Del Vecchio si è detto soddisfatto dell’esito del vertice.” (Il Giornale)
Etichette:
Alberto Nagel,
assicurazioni,
banchieri,
cesare geronzi,
Generali
lunedì 15 febbraio 2010
Unicredit: a posto anche con Basilea 3
Alessandro Profumo, ha sottolineato come la sua Unicredit, dopo il recente aumento di capitale da 4 miliardi di euro, abbia raggiunto un tier 1 dell'8,39% che la mette in regola anche con l'eventuale rafforzamento patrimoniale che un nuovo comitato di Basilea (la cosiddetta Basilea 3) potrebbe chiedere agli istituti di credito di tutto il mondo.
Alessandro Profumo ha di recente affermato anche che, se le banche non continuassero a fornire liquidità al sistema Italia, si potrebbe verificare qualche problema con il debito pubblico.
(fonte FTA Online News)
Alessandro Profumo ha di recente affermato anche che, se le banche non continuassero a fornire liquidità al sistema Italia, si potrebbe verificare qualche problema con il debito pubblico.
(fonte FTA Online News)
Etichette:
banchieri,
debiti e protesti,
UniCredit e Fineco
lunedì 1 febbraio 2010
Obama e la financial crisis responsability fee
La financial crisis responsability fee è una tassa sulla responsabilità della crisi, destinata alle grandi banche americane. Un progetto proposto dal presidente degli Stati Uniti, Barack Obama (peraltro recentemente criticato perché considerato troppo vicino a Wall Street).
Secondo Obama, infatti, le banche hanno avuto comportamenti rischiosi che hanno portato alla crisi e sono poi state salvate grazie al denaro pubblico (il TARP, Troubled Asset Relief Program, destinato a risollevare la banche colpite dalla crisi).
La financial crisis responsability fee dovrebbe durare, nelle intenzioni del presidente USA, almeno 10 anni e riguardare soltanto le banceh più grandi, con asset superiori ai 50 miliardi di dollari.
Secondo Obama il progetto non ha una finalità punitiva, ma le grandi banche sono già insorte.
Secondo Obama, infatti, le banche hanno avuto comportamenti rischiosi che hanno portato alla crisi e sono poi state salvate grazie al denaro pubblico (il TARP, Troubled Asset Relief Program, destinato a risollevare la banche colpite dalla crisi).
La financial crisis responsability fee dovrebbe durare, nelle intenzioni del presidente USA, almeno 10 anni e riguardare soltanto le banceh più grandi, con asset superiori ai 50 miliardi di dollari.
Secondo Obama il progetto non ha una finalità punitiva, ma le grandi banche sono già insorte.
giovedì 28 gennaio 2010
Palenzona: il capitale di Unicredit è adeguato
Unicredit ha un capitale adeguato dopo aver fatto due aumenti di capitale.
È quanto ha affermato Fabrizio Palenzona, il vicepresidente della banca di piazza Cordusio, in risposta all'esortazione del governatore della Banca d'Italia Mario Draghi a rafforzare il patrimonio delle banche.
“Abbiamo fatto due aumenti di capitale importanti ricorrendo al mercato - ha ricordato Palenzona - e credo che ad oggi il capitale sia adeguato”. "Il vero problema - ha aggiunto - e' che non c'è una domanda di credito".
È quanto ha affermato Fabrizio Palenzona, il vicepresidente della banca di piazza Cordusio, in risposta all'esortazione del governatore della Banca d'Italia Mario Draghi a rafforzare il patrimonio delle banche.
“Abbiamo fatto due aumenti di capitale importanti ricorrendo al mercato - ha ricordato Palenzona - e credo che ad oggi il capitale sia adeguato”. "Il vero problema - ha aggiunto - e' che non c'è una domanda di credito".
giovedì 3 dicembre 2009
Giovanni Bazoli
Giovanni Bazoli è il presidente del Consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo, nonché presidente della finanziaria Mittel.
Nato a Brescia il 18 dicembre 1932, è stato docente di Diritto amministrativo e Diritto pubblico dell'Economia all'Università Cattolica di Milano.
Amministratore della Banca San Paolo di Brescia nel 1982, viene chiamato dall'allora ministro del Tesoro Nino Andreatta per contribuire al salvataggio del Banco Ambrosiano dallo scandalo Calvi.
Giovanni Bazoli diventa presidente del Nuovo Banco Ambrosiano, che contina l'attività bancaria del Banco Ambrosiano. Dirige la cessione della Rizzoli-Corriere della Sera, il gruppo editoriale che Angelo Rizzoli aveva ceduto a Roberto Calvi. È lui stesso beneficiario della transazione in quanto presidente della Mittel, una delle società che parteciparono all'acquisto del gruppo.
Integail Nuovo Banco con la Banca Cattolica del Veneto, formando il Banco Ambrosiano Veneto. Nel 1990 fa entrare nell'azionariato del Banco il gruppo francese Crédit Agricole, respingendo i tentativi di Gemina di assumere un ruolo guida nella banca.
Nel 1997 dall'unione dell'Ambroveneto con Cariplo, nasce Banca Intesa, di cui Bazoli diventa presidente. Negli anni successivi, Banca Intesa si fonde con la Banca Commerciale Italiana (1999) e con il Sanpaolo di Torino, originando così l'attuale gruppo Intesa Sanpaolo.
Nato a Brescia il 18 dicembre 1932, è stato docente di Diritto amministrativo e Diritto pubblico dell'Economia all'Università Cattolica di Milano.
Amministratore della Banca San Paolo di Brescia nel 1982, viene chiamato dall'allora ministro del Tesoro Nino Andreatta per contribuire al salvataggio del Banco Ambrosiano dallo scandalo Calvi.
Giovanni Bazoli diventa presidente del Nuovo Banco Ambrosiano, che contina l'attività bancaria del Banco Ambrosiano. Dirige la cessione della Rizzoli-Corriere della Sera, il gruppo editoriale che Angelo Rizzoli aveva ceduto a Roberto Calvi. È lui stesso beneficiario della transazione in quanto presidente della Mittel, una delle società che parteciparono all'acquisto del gruppo.
Integail Nuovo Banco con la Banca Cattolica del Veneto, formando il Banco Ambrosiano Veneto. Nel 1990 fa entrare nell'azionariato del Banco il gruppo francese Crédit Agricole, respingendo i tentativi di Gemina di assumere un ruolo guida nella banca.
Nel 1997 dall'unione dell'Ambroveneto con Cariplo, nasce Banca Intesa, di cui Bazoli diventa presidente. Negli anni successivi, Banca Intesa si fonde con la Banca Commerciale Italiana (1999) e con il Sanpaolo di Torino, originando così l'attuale gruppo Intesa Sanpaolo.
venerdì 27 novembre 2009
Enrico Salza
Enrico Salza, il Presidente del Consiglio di Gestione del gruppo Intesa Sanpaolo, nasce a Torino nel 1937.
Dal 1971 al 1989 è Vice Presidente e Amministratore Delegato de "Il Sole 24 Ore" e fino al 2002 Amministratore Delegato della Cerved e Consigliere della Compagnia di San Paolo, della multinazionale Swedish Match, dell'U.B.S. (Unione Banche Svizzere) Italia e della NOMISMA - Soc. di Studi Economici.
Nel 1993 riceve la laurea honoris causa in ingegneria gestionale dal Politecnico di Torino.
Il 29 aprile 2004 viene nominato Presidente del Gruppo Sanpaolo IMI, dopo avere ricoperto
l’incarico di Vice-Presidente dal 2001
Con questa carica, è stato uno dei principali artefici della fusione tra la banca di Piazza San Carlo e Banca Intesa e ha firmato il 28 dicembre 2006, insieme al Presidente di Banca Intesa Giovanni Bazoli, l'atto di fusione delle due banche.
Dal 2 gennaio 2007 ricopre la carica di Presidente del Consiglio di Gestione di Intesa Sanpaolo, in seguito alla sua nomina da parte del Consiglio di Sorveglianza della nuova banca.
Attualmente è anche Presidente di Italconsult S.p.A. e Amministratore Delegato della Tecno Holding S.p.A. È Presidente Onorario ASP (Associazione per lo Sviluppo Scientifico e Tecnologico del Piemonte) e Membro del Consiglio Direttivo dell'ICC (International Chamber of Commerce).
Dal 1971 al 1989 è Vice Presidente e Amministratore Delegato de "Il Sole 24 Ore" e fino al 2002 Amministratore Delegato della Cerved e Consigliere della Compagnia di San Paolo, della multinazionale Swedish Match, dell'U.B.S. (Unione Banche Svizzere) Italia e della NOMISMA - Soc. di Studi Economici.
Nel 1993 riceve la laurea honoris causa in ingegneria gestionale dal Politecnico di Torino.
Il 29 aprile 2004 viene nominato Presidente del Gruppo Sanpaolo IMI, dopo avere ricoperto
l’incarico di Vice-Presidente dal 2001
Con questa carica, è stato uno dei principali artefici della fusione tra la banca di Piazza San Carlo e Banca Intesa e ha firmato il 28 dicembre 2006, insieme al Presidente di Banca Intesa Giovanni Bazoli, l'atto di fusione delle due banche.
Dal 2 gennaio 2007 ricopre la carica di Presidente del Consiglio di Gestione di Intesa Sanpaolo, in seguito alla sua nomina da parte del Consiglio di Sorveglianza della nuova banca.
Attualmente è anche Presidente di Italconsult S.p.A. e Amministratore Delegato della Tecno Holding S.p.A. È Presidente Onorario ASP (Associazione per lo Sviluppo Scientifico e Tecnologico del Piemonte) e Membro del Consiglio Direttivo dell'ICC (International Chamber of Commerce).
mercoledì 25 novembre 2009
Matteo Arpe
Matteo Arpe, nato a Milano il 3 novembre 1964, inizia anni la sua carriera professionale presso Mediobanca subito dopo la laurea in Bocconi. Vi lavora dal 1987 al 2000, con incarichi crescenti, fino a ricoprire, a soli 33 anni, il ruolo di direttore centrale finanza straordinaria.
Nel 2000 entra a far parte del Lehman Brothers come responsabile dell'area strategic equity a livello europeo.
Nel 2001 entra nel Gruppo Banca di Roma come amministratore delegato del Mediocredito Centrale (oggi MCC) e come direttore generale della costituenda holding.
Nel 2002 viene nominato direttore generale di Capitalia e nel 2003 amministratore delegato.
Dal 2004 è docente a contratto di Economia delle Aziende di Credito presso la Facoltà di Economia della LUISS.
Nel 2006 si mostra contrario all'ipotesi di fusione con Banca Intesa e in funzione difensiva acquistandone sul mercato il 2 per cento delle azioni, bloccando così la possibilità di un'opa di quest'ultima.
A febbraio 2007 l'avvocato Ripa di Meana (presidente del patto di sindacato di Capitalia) lo invita alle dimissioni, che però lui rifiuta. Il 22 febbraio viene convocata la riunione del patto di sindacato che gli conferma la fiducia.
Arpe è membro del Consiglio di Amministrazione e del Comitato Esecutivo di Banca di Roma, Mediobanca e Associazione Bancaria Italiana. È membro del Consiglio di Amministrazione di del Mediocredito Centrale, Cnp Capitalia Vita, Istituto Europeo di Oncologia, Fondazione Cerba e nel Comitato permanente ABI Banche e Società. Dal 2005, è membro del World Economic Forum e del gruppo degli Young Global Leaders.
Il 20 maggio 2007 Matteo Arpe si dimette dalla carica di amministratore delegato in Capitalia in seguito all'approvazione della fusione tra Capitalia e Unicredito.
Il 6 novembre 2007, dopo una breve assenza dal mondo della finanza, si lancia in un nuovo progetto: fonda insieme ad un gruppo di partner la Sator, un nuovo gruppo finanziario con sedi e uffici a Roma, Milano e Londra, di cui assume la carica di amministratore delegato. La nuova società si occupa di private equity (nel settore industriale in particolare dei paesi emergenti del mediterraneo), asset management, private banking e corporate speciality finance.
Nel 2000 entra a far parte del Lehman Brothers come responsabile dell'area strategic equity a livello europeo.
Nel 2001 entra nel Gruppo Banca di Roma come amministratore delegato del Mediocredito Centrale (oggi MCC) e come direttore generale della costituenda holding.
Nel 2002 viene nominato direttore generale di Capitalia e nel 2003 amministratore delegato.
Dal 2004 è docente a contratto di Economia delle Aziende di Credito presso la Facoltà di Economia della LUISS.
Nel 2006 si mostra contrario all'ipotesi di fusione con Banca Intesa e in funzione difensiva acquistandone sul mercato il 2 per cento delle azioni, bloccando così la possibilità di un'opa di quest'ultima.
A febbraio 2007 l'avvocato Ripa di Meana (presidente del patto di sindacato di Capitalia) lo invita alle dimissioni, che però lui rifiuta. Il 22 febbraio viene convocata la riunione del patto di sindacato che gli conferma la fiducia.
Arpe è membro del Consiglio di Amministrazione e del Comitato Esecutivo di Banca di Roma, Mediobanca e Associazione Bancaria Italiana. È membro del Consiglio di Amministrazione di del Mediocredito Centrale, Cnp Capitalia Vita, Istituto Europeo di Oncologia, Fondazione Cerba e nel Comitato permanente ABI Banche e Società. Dal 2005, è membro del World Economic Forum e del gruppo degli Young Global Leaders.
Il 20 maggio 2007 Matteo Arpe si dimette dalla carica di amministratore delegato in Capitalia in seguito all'approvazione della fusione tra Capitalia e Unicredito.
Il 6 novembre 2007, dopo una breve assenza dal mondo della finanza, si lancia in un nuovo progetto: fonda insieme ad un gruppo di partner la Sator, un nuovo gruppo finanziario con sedi e uffici a Roma, Milano e Londra, di cui assume la carica di amministratore delegato. La nuova società si occupa di private equity (nel settore industriale in particolare dei paesi emergenti del mediterraneo), asset management, private banking e corporate speciality finance.
Etichette:
banchieri,
Mediobanca e CheBanca,
UniCredit e Fineco
martedì 24 novembre 2009
Corrado Passera
Corrado Passera è consigliere delegato e CEO del Gruppo Intesa Sanpaolo.
Nato a Como il 30 dicembre 1954, laureato alla Bocconi, inizia a lavorare nel 1980 in McKinsey. Nel 1985 passa al gruppo di Carlo De Benedetti e, fino al 1990, è impegnato come Direttore Generale nella holding Cir. Dal 1988 al 1995 è anche Vice Presidente del Credito Romagnolo. Nel 1991 diventa direttore generale di Arnoldo Mondadori Editore e, successivamente, del Gruppo editoriale L'Espresso.
Sempre durante la collaborazione con il Gruppo Cir, da settembre 1992 a luglio 1996, Corrado Passera ricopre il ruolo di amministratore delegato del Gruppo Olivetti. Nel 1996 viene nominato amministratore delegato e direttore generale del Banco Ambrosiano Veneto, alla cui guida porta a termine la prima grande operazione di consolidamento bancario con Cariplo.
Nel 1998 viene nominato amministratore delegato delle Poste Italiane, che, sotto la sua gestione, vengono risanate e rilanciate con, tra le altre cose, la costituzione di BancoPosta.
Nel 2002 Passera lascia l’incarico alle Poste per ricoprire la carica di amministratore delegato di Banca Intesa. Qui vara un piano industriale con obiettivi strategici, fra cui il recupero di efficienza, la riorganizzazione del business, la riduzione dei costi, la ristrutturazione dell'offerta, il rilancio dell'immagine.
Nel 2006 Corrado Passera è tra gli artefici del processo che porterà alla fusione di Banca Intesa con Sanpaolo IMI, dando vita a Intesa Sanpaolo, della quale viene nominato Consigliere Delegato e CEO.
Attualmente Corrado Passera è membro dei cda di RCS MediaGroup e Università Bocconi, fa inoltre parte del comitato esecutivo dell'ABI, del comitato scientifico della Scuola Normale Superiore di Pisa, dell'International Advisory Board della Wharton School of Economics, University of Pennsylvania, del Consiglio Generale della Fondazione Cini di Venezia e dell'International Business Council del World Economic Forum di Ginevra.
Nato a Como il 30 dicembre 1954, laureato alla Bocconi, inizia a lavorare nel 1980 in McKinsey. Nel 1985 passa al gruppo di Carlo De Benedetti e, fino al 1990, è impegnato come Direttore Generale nella holding Cir. Dal 1988 al 1995 è anche Vice Presidente del Credito Romagnolo. Nel 1991 diventa direttore generale di Arnoldo Mondadori Editore e, successivamente, del Gruppo editoriale L'Espresso.
Sempre durante la collaborazione con il Gruppo Cir, da settembre 1992 a luglio 1996, Corrado Passera ricopre il ruolo di amministratore delegato del Gruppo Olivetti. Nel 1996 viene nominato amministratore delegato e direttore generale del Banco Ambrosiano Veneto, alla cui guida porta a termine la prima grande operazione di consolidamento bancario con Cariplo.
Nel 1998 viene nominato amministratore delegato delle Poste Italiane, che, sotto la sua gestione, vengono risanate e rilanciate con, tra le altre cose, la costituzione di BancoPosta.
Nel 2002 Passera lascia l’incarico alle Poste per ricoprire la carica di amministratore delegato di Banca Intesa. Qui vara un piano industriale con obiettivi strategici, fra cui il recupero di efficienza, la riorganizzazione del business, la riduzione dei costi, la ristrutturazione dell'offerta, il rilancio dell'immagine.
Nel 2006 Corrado Passera è tra gli artefici del processo che porterà alla fusione di Banca Intesa con Sanpaolo IMI, dando vita a Intesa Sanpaolo, della quale viene nominato Consigliere Delegato e CEO.
Attualmente Corrado Passera è membro dei cda di RCS MediaGroup e Università Bocconi, fa inoltre parte del comitato esecutivo dell'ABI, del comitato scientifico della Scuola Normale Superiore di Pisa, dell'International Advisory Board della Wharton School of Economics, University of Pennsylvania, del Consiglio Generale della Fondazione Cini di Venezia e dell'International Business Council del World Economic Forum di Ginevra.
giovedì 19 novembre 2009
Cesare Geronzi
Cesare Geronzi è il presidente di Mediobanca e come tale lo conosciamo tutti. Ma sono anche tanti altri i titoli che può vantare: laureato honoris causa in Economia e Commercio all’Università di Bari, Grande Ufficiale Ordine al merito della Repubblica Italiana, Honorary Fellow del Tel Aviv Museum of Art, Croce di Commendatore dell’Ordine al Merito Melitense del Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta, Commendatore Sacro Ordine di San Gregorio Magno.
Ma vediamo un po’ la sua storia.
Cesare Geronzi nasce a Marino (Roma) il 15 febbraio del 1935. Sposato con Giuliana Iozzi, ha due figlie, Benedetta e Chiara.
Inizia a lavorare a 17 anni ed esercita l’attività di commercialista finché, nel 1960 vince il concorso in Banca d’Italia dove resta per vent’anni, con responsabilità sempre più importanti, fino alla carica di Direttore del Servizio Rapporti con l’Estero.
Nel 1980 Cesare Geronzi lascia la Banca d’Italia per seguire l’allora Direttore Generale Rinaldo Ossola al Banco di Napoli dove ricopre il ruolo di Vice Direttore Generale per un anno e mezzo.
L’esperienza però non finisce bene: l’ambizione di Ossola di trasformare il Banco di Napoli in una banca non è ben vista dal mondo politico ed entrambi vengono letteralmente cacciati.
Cesare Geronzi ottiene però subito un nuovo incarico come come direttore generale della Cassa di Risparmio di Roma, una piccola realtà presente in 3 delle 4 province del Lazio. Da qui ricomincia, nell’ottobre del 1982, e, in circa vent’anni, attua un intenso programma di aggregazioni bancarie.
Dall’1989 al 1991 Cesare Geronzi è amministratore Delegato del Banco di Santo Spirito.
Dal 1991 al 1995 riveste la carica di Amministratore Delegato della Sipab (dal maggio 1992 Cassa di Risparmio di Roma Holding) di cui sarà Presidente dal 1995 al 1997.
Successivamente e fino al 1992, Cesare Geronzi guida l’integrazione tra la Cassa di Risparmio di Roma, il Banco di Santo Spirito ed il Banco di Roma rivestendo le cariche di Direttore Generale del Banco di Santo Spirito, Consigliere di Amministrazione e Direttore Generale dell’Ente Cassa di Risparmio di Roma e Consigliere di Amministrazione del Banco di Roma.
Dal 1992 Cesare Geronzi è Direttore Generale della Banca di Roma e nel 1995 ne viene nominato Presidente.
Sempre nel 1992, è nominato in Mediobanca S.p.A Consigliere di Amministrazione e poi, dal 1995 al 2007, Vice Presidente.
Nel 1999, con l’acquisizione del Mediocredito Centrale S.p.A., ne assume la presidenza fino al 2000.
Nel 2002 diventa Presidente di FinecoGroup, già Bipop Carire S.p.A.
Dal 2002 al 2007 Cesare Geronzi riveste la carica di Presidente di Capitalia S.p.A., holding dell’omonimo Gruppo bancario comprendente Banca di Roma, Banco di Sicilia, Bipop Carire, FinecoBank e Mcc.
Il 20 maggio 2007, i consigli di amministrazione di Capitalia e Unicredit, approvani il progetto di fusione per incorporazione di Capitalia SpA in Unicredit SpA.
Nel giugno 2007 l’Assemblea degli Azionisti di Mediobanca S.p.A., di cui Cesare Geronzi era già Vice Presidente, lo nomina all’unanimità Presidente del Consiglio di Sorveglianza e l’Assemblea del Patto di Sindacato lo nomina Presidente. Nel 2008, anno in cui Mediobanca abbandona il sistema di governance duale, Cesare Geronzi viene riconfermato nella carica di Presidente del Consiglio di Amministrazione.
Ma vediamo un po’ la sua storia.
Cesare Geronzi nasce a Marino (Roma) il 15 febbraio del 1935. Sposato con Giuliana Iozzi, ha due figlie, Benedetta e Chiara.
Inizia a lavorare a 17 anni ed esercita l’attività di commercialista finché, nel 1960 vince il concorso in Banca d’Italia dove resta per vent’anni, con responsabilità sempre più importanti, fino alla carica di Direttore del Servizio Rapporti con l’Estero.
Nel 1980 Cesare Geronzi lascia la Banca d’Italia per seguire l’allora Direttore Generale Rinaldo Ossola al Banco di Napoli dove ricopre il ruolo di Vice Direttore Generale per un anno e mezzo.
L’esperienza però non finisce bene: l’ambizione di Ossola di trasformare il Banco di Napoli in una banca non è ben vista dal mondo politico ed entrambi vengono letteralmente cacciati.
Cesare Geronzi ottiene però subito un nuovo incarico come come direttore generale della Cassa di Risparmio di Roma, una piccola realtà presente in 3 delle 4 province del Lazio. Da qui ricomincia, nell’ottobre del 1982, e, in circa vent’anni, attua un intenso programma di aggregazioni bancarie.
Dall’1989 al 1991 Cesare Geronzi è amministratore Delegato del Banco di Santo Spirito.
Dal 1991 al 1995 riveste la carica di Amministratore Delegato della Sipab (dal maggio 1992 Cassa di Risparmio di Roma Holding) di cui sarà Presidente dal 1995 al 1997.
Successivamente e fino al 1992, Cesare Geronzi guida l’integrazione tra la Cassa di Risparmio di Roma, il Banco di Santo Spirito ed il Banco di Roma rivestendo le cariche di Direttore Generale del Banco di Santo Spirito, Consigliere di Amministrazione e Direttore Generale dell’Ente Cassa di Risparmio di Roma e Consigliere di Amministrazione del Banco di Roma.
Dal 1992 Cesare Geronzi è Direttore Generale della Banca di Roma e nel 1995 ne viene nominato Presidente.
Sempre nel 1992, è nominato in Mediobanca S.p.A Consigliere di Amministrazione e poi, dal 1995 al 2007, Vice Presidente.
Nel 1999, con l’acquisizione del Mediocredito Centrale S.p.A., ne assume la presidenza fino al 2000.
Nel 2002 diventa Presidente di FinecoGroup, già Bipop Carire S.p.A.
Dal 2002 al 2007 Cesare Geronzi riveste la carica di Presidente di Capitalia S.p.A., holding dell’omonimo Gruppo bancario comprendente Banca di Roma, Banco di Sicilia, Bipop Carire, FinecoBank e Mcc.
Il 20 maggio 2007, i consigli di amministrazione di Capitalia e Unicredit, approvani il progetto di fusione per incorporazione di Capitalia SpA in Unicredit SpA.
Nel giugno 2007 l’Assemblea degli Azionisti di Mediobanca S.p.A., di cui Cesare Geronzi era già Vice Presidente, lo nomina all’unanimità Presidente del Consiglio di Sorveglianza e l’Assemblea del Patto di Sindacato lo nomina Presidente. Nel 2008, anno in cui Mediobanca abbandona il sistema di governance duale, Cesare Geronzi viene riconfermato nella carica di Presidente del Consiglio di Amministrazione.
Etichette:
banchieri,
cesare geronzi,
Mediobanca e CheBanca,
UniCredit e Fineco
mercoledì 18 novembre 2009
Alessandro Profumo
Ho deciso di inaugurare una serie di post dedicati ai banchieri e ai grandi personaggi della finanza italiana.
Inizio oggi con Alessandro Profumo, l’amministratore delegato di Unicredit, nonché vicepresidente e membro esecutivo dell'ABI.
Alessandro Profumo nasce a Genova il 17 febbraio 1957 e trascorre l'infanzia a Palermo. Nel 1970 si trasferisce a Milano con i genitori e i quattro fratelli. Qui frequenta il Liceo Classico Manzoni e l'Università Bocconi, dove si laureerà nel 1987 in economia aziendale. Nel frattempo, nel 1977, Alessandro Profumo sposa Sabina Ratti e inizia a lavorare al Banco Lariano, nell'area affari e in quella esecutiva.
Dopo la laurea, però, abbandona il settore creditizio per dedicarsi alla consulenza aziendale, prima come responsabile di progetti strategici per McKinsey & Company e successivamente, dal 1989, come responsabile delle relazioni istituzionali della Bain.
Alessandro Profumo torna al settore bancario nel 1991, assumendo la carica di direttore centrale per il gruppo RAS.
Nel 1994 passa al Credito Italiano, prima come condirettore centrale, poi, dal 1995, come direttore generale e infine, dal 1997, come amministratore delegato.
Nel 1998, quando nasce il gruppo Unicredit, Alessandro Profumo ne assume la guida e inizia la sua politica di acquisizioni. Nel 2005 viene perfezionata l'integrazione con il gruppo tedesco HVB e, nel 2007, avviene la fusione dell'Unicredit con Capitalia.
Inizio oggi con Alessandro Profumo, l’amministratore delegato di Unicredit, nonché vicepresidente e membro esecutivo dell'ABI.
Alessandro Profumo nasce a Genova il 17 febbraio 1957 e trascorre l'infanzia a Palermo. Nel 1970 si trasferisce a Milano con i genitori e i quattro fratelli. Qui frequenta il Liceo Classico Manzoni e l'Università Bocconi, dove si laureerà nel 1987 in economia aziendale. Nel frattempo, nel 1977, Alessandro Profumo sposa Sabina Ratti e inizia a lavorare al Banco Lariano, nell'area affari e in quella esecutiva.
Dopo la laurea, però, abbandona il settore creditizio per dedicarsi alla consulenza aziendale, prima come responsabile di progetti strategici per McKinsey & Company e successivamente, dal 1989, come responsabile delle relazioni istituzionali della Bain.
Alessandro Profumo torna al settore bancario nel 1991, assumendo la carica di direttore centrale per il gruppo RAS.
Nel 1994 passa al Credito Italiano, prima come condirettore centrale, poi, dal 1995, come direttore generale e infine, dal 1997, come amministratore delegato.
Nel 1998, quando nasce il gruppo Unicredit, Alessandro Profumo ne assume la guida e inizia la sua politica di acquisizioni. Nel 2005 viene perfezionata l'integrazione con il gruppo tedesco HVB e, nel 2007, avviene la fusione dell'Unicredit con Capitalia.
Iscriviti a:
Post (Atom)