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martedì 1 ottobre 2013

Assicurazioni, 40 anni di regali di stato

Da ilrisparmiotradito.it ecco un consiglio: smettiamo di versare soldi in polizze non trasparenti e non convenienti. Finte assicurazioni dannose.

Da Repubblica a Panorama è stata una generale levata di scudi con espressioni del tipo "Irpef più cara per sei milioni d'italiani", "risparmiatori trattati come mucche da mungere" ecc. Né sono state da meno le cosiddette associazioni di consumatori.

Motivo di tanto sdegno è una delle misure per compensare l'abolizione dell'Imu sulle prime case. Cioé le limitazioni per il 2013 e ancor più per i prossimi anni alla detraibilità fiscale di alcune polizze. La decisione sarà anche criticabile per quelle per il caso di morte, l'invalidità e simili. Ma chi ha a cuore i risparmi degli italiani (e non i guadagni degli assicuratori) può solo essere contento.

Sono quasi quarant'anni che l'Erario aiuta le compagnie d'assicurazione a rifilare polizze pseudo-previdenziali, all'inizio allegramente deducibili dall'Irpef, poi detraibili; e tali rimaste anche dopo la riforma della materia in vigore dal 2001, purché sottoscritte prima. Siamo di fronte a un caso di elusione fiscale, deprecabile sino dall'origine. Un regalo agli assicuratori e uno specchietto per le allodole per i risparmiatori.

Neanche ora il governo ha avuto il coraggio di dare un taglio netto, ma almeno ha ridotto il favore ai minimi termini: rimarrà un 19% di 230 euro. Una miseria: 44 euro l'anno.

Milioni d'italiani esitano a interrompere i versamenti di polizze anche trentacinquennali, dissuasi dagli assicuratori e da tanti sedicenti esperti, complici dell'industria del risparmio gestito, che spergiurano che non converrebbe.

Questa è l’occasione buona per smettere di versare soldi in polizze non trasparenti, rischiose e soprattutto di regola non convenienti. Finte assicurazioni non inutili, bensì dannose.

Anziché sbraitare perché qualche risparmiatore è indotto a svincolarsi dalle grinfie degli assicuratori, meriterebbe piuttosto chiedere l'eliminazione di una palese ingiustizia tributaria del settore. Infatti azioni e obbligazioni danno diritto al ricupero fiscale delle perdite, noto anche come credito d'imposta sul capital gain. Perché tale compensazione è negata ai tantissimi italiani che ci hanno rimesso, ci rimettono e ci rimetteranno con la previdenza integrativa?

lunedì 4 marzo 2013

Fisco senza freni sul risparmio. Tutti i prelievi che verranno effettuati

Sul Sole 24 Ore alcuni dati sulla disoccupazione che sta colpendo il nostro Paese.

Con l'entrata in vigore, dal 1° marzo, della Tobin tax, che colpisce le transazioni finanziarie e l'acquisto di azioni, aumenta ancora il prelievo sul risparmio. La pressione fiscale varia in base agli strumenti finanziari e agli asset in gioco, ma può arrivare al 50% dei "profitti" per i piccoli importi investiti in titoli di Stato. Il prelievo, invece, si fa più leggero all'aumentare degli importi, fino a stabilizzarsi, per effetto del bollo applicato con un importo minimo fisso. Nel frattempo anche l'Unione europea sta mettendo a punto i piani sulla Tobin tax. Sul Sole 24 ORE di lunedì tutti i prelievi che verranno effettuati.

L'Identikit dei nuovi disoccupati: sempre più laureati e over 50
Espulsi dal mercato, i nuovi disoccupati vantano spesso anni di esperienza alle spalle e titoli di studio elevati. Nel 2012 si sono iscritte al "collocamento" 367mila persone, il 23% in più rispetto al 2011. Ex lavoratori alla ricerca di un nuovo posto, che sommati a chi si è messo a cercare il primo impiego superano quota 600mila. Se gli under 25 rappresentano il 17% del totale, e scontano di più il mancato rinnovo dei contratti a termine, gli over 45 sono oltre un quarto e hanno registrato un +43% dal 2011 al 2012, che sale a +60% per gli over 55. A soffrire la crisi sono poi i laureati, categoria che ha visto aumentare di più la nuova disoccupazione rispetto al 2011: +43%, contro il +18% dei diplomati.

Conti pubblici e crescita, l'agenda europea dell'italia
Il caso-Italia approda oggi all'Eurogruppo e sarà il giorno successivo sul tavolo dell'Ecofin. Poi, qualunque sia la formula politica prescelta, la nuova squadra di governo che guiderà il nostro Paese dovrà subito fare i conti con l'agenda europea: vincoli e tappe obbligate su conti pubblici e riforme per rilanciare la crescita. Dal Patto di stabilità passando per il semestre europeo, dal fiscal compact fino al Six Pack e al Two Pack, che entrerà in vigore a breve, sono cinque i pilastri della governance economica che tracciano la rotta. Il primo banco di prova sarà la definizione del Def (Documento di economia e finanza) e del Programma nazionale di riforma, che dovrà essere presentato a Bruxelles entro il 30 aprile. Quanto, infine, ai possibili spazi di manovra con la Ue, dopo le recenti aperture del commissario Olli Rehn, l'Italia ha due chance: rispettare l'obbligo del pareggio di bilancio e puntare su una riqualificazione della spesa pubblica.

lunedì 18 giugno 2012

Risparmiare sulla benzina: la campagna "Riparti con Eni"

Per fare fronte alla crisi dei consumi e aiutare i suoi clienti, Eni ha lanciato la campagna "Riparti con Eni", sconto sul prezzo della benzina e del gasolio valido nel week end.
La promozione è valida fino al 2 settembre, durante tutti i fine settimana, per chi farà rifornimento in modalità iperself nelle stazioni aderenti (circa 3.000 stazioni Eni e Agip).
La riduzione del prezzo corrisponderà indicativamente a uno sconto di circa 20 centesimi al litro rispetto al prezzo praticato in modalità servito, equivalente ad un risparmio di 10 euro su un pieno da 50 litri.
Lo sconto sarà disponibile dal sabato alle ore 13 alla mezzanotte della domenica, fino ad esaurimento scorte. Per evitare che le scorte finiscano nel corso del week end, Eni rifornirà i distributori anche di domenica.
Sul sito dell'iniziativa è possibile vedere quali stazioni di rifornimento aderenti ci sono sul percorso che si deve fare e verificare a che punto sono le scorte.


Paolo Scaroni, ad Eni, presenta "Riparti con Eni"
Paolo Scaroni, ad Eni, presenta "Riparti con Eni"

giovedì 10 maggio 2012

Rc auto: il fermo in officina dovrà essere risarcito

La sentenza stabilisce che chi subisce danni al proprio veicolo ha diritto al risarcimento per i giorni in cui deve fare a meno del mezzo durante il fermo tecnico in officina, oltre che per i costi di riparazione. Tale principio, vale per la sola assicurazione obbligatoria, la Rc auto: per le garanzie facoltative infatti, come la polizza furto-incendio, valgono le clausole riportate nella polizza che solitamente escludono il risarcimento del fermo tecnico.


La sentenza 6907/2012, depositata l'8 maggio 2012, chiarisce che per ottenere il risarcimento è sufficiente citarlo nella richiesta all'assicurazione. A tal proposito è stato accolto il ricorso di un automobilista che si era limitato a questo, senza fornire la "prova specifica" del danno come i giustificativi di spesa per il noleggio di altri mezzi di trasporto sostitutivi. Secondo i giudici il solo fatto che bollo e assicurazione continuino a decorrere anche durante i giorni di fermo in officina comporta un danno che va valutato in via equitativa. Nel caso di danni più ingenti rispetto a quelli presumibili dal giudice (come appunto il noleggio di un'auto sostitutiva), l’automobilista deve dimostrarlo per ottenere un maggiore indennizzo. Più precisamente, secondo la giurisprudenza, il fermo tecnico è risarcibile solo per la sua durata teorica, stabilita dai "tempari" adottati dalle compagnie per ciascun tipo di riparazione. Viene affermato infatti che, nel caso in cui il veicolo resti marciante, il proprietario possa lasciarlo in officina solo nel momento in cui tutti i pezzi di ricambio siano disponibili.

martedì 16 novembre 2010

Rc auto: ecco le compagnie assicurative da evitare

Nel post del 1 novembre avevo parlato dei pericoli delle compagnie assicurative fantasma che stipolano rc auto anche se nona utorizzate.

Ecco l'elenco di quelle segnalate dall’Isvap nel 2010, da cui stare alla larga:
- Ala Assicurazioni, con sede legale e direzione in Austria (in Italia sede a Roma, via Settecamini, 106) diversa dall’Ala Assicurazioni S.p..A. società del gruppo SARA che è invece regolarmente registrata ed autorizzata con sede legale in Milano alla via Porro Lambertenghi 7;
- Aioi Motor and General Insurance Company of Europe Limited;
- Allianz Hungária Biztosító Részvénytársaság;
- Arisa Assurances S.A.;
- Fomo Assicurazioni;
- Generali Versicherung AG;
- Generali Belgium S.A.;
- HDI Direkt Versicherung AG che ha come intermediario Fin Planet s.p.a.;
- Insurance Company Euroins AD.

lunedì 1 novembre 2010

Rc auto: attenzione alle compagnie assicurative fantasma

L’aumento vertiginoso dei costi dei premi delle polizze R.C.Auto tenta più di un automobilista a guardarsi intorno alla ricerca delle soluzioni più vantaggiose per risparmiare qualche soldino e non di rado sta capitando che, il consumatore, stimolato da alcune offerte allettanti, si rivolga inconsapevolmente a sigle non autorizzate dall’ISVAP, l’Istituto di Vigilanza delle assicurazioni private.

Infatti, nel solo 2010, sono state segnalate dall’ente ben nove compagnie “fantasma” che stipulavano sul territorio nazionale polizze evidentemente fasulle. Accade, peraltro, che sigle di compagnie operanti regolarmente in Italia e correttamente autorizzate, vengano distorte e per il cittadino sono guai, perché in caso di sinistro dovrà provvedere al risarcimento dei danni con i propri danari in quanto le polizze stipulate non hanno alcuna validità.

Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di IDV e fondatore dello “Sportello Dei Diritti”, invita quindi tutti gli automobilisti e proprietari di automobili a verificare sul sito internet dell’ISVAP al seguente link https://nsiv.isvap.it/Albi/Albi/defaultImprese.jsp?view=albi&viewSet=imprese la presenza della compagnia con la quale si è scelto di stipulare la propria polizza R.C.Auto nell’apposito albo delle imprese regolarmente registrate per evitare sorprese.

(da mytermoli.com)

sabato 16 ottobre 2010

Scandalo Inps: niente pensione per i precari

La notizia, rimbalzata da diversi blog, è arrivata e conferma la peggiore delle ipotesi. Rimarrà sotto traccia per ovvi motivi, anche se in Rete possiamo farla circolare. Se siete precari sappiate che non riceverete la pensione. I contributi che state versando servono soltanto a pagare chi la pensione ce l'ha garantita. Perché l'Inps debba nascondere questa verità è evidente: per evitare la rivolta. Ad affermarlo non sono degli analisti rivoluzionari e di sinistra ma lo stesso presidente dell'istituto di previdenza, Antonio Mastropasqua che, come scrive Agoravox, ha finalmente risposto a chi gli chiedeva perché l'INPS non fornisce ai precari la simulazione della loro pensione futura come fa con gli altri lavoratori: "Se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parasubordinati rischieremmo un sommovimento sociale".

Intrage scrive che l'annuncio è stato dato nel corso di un convegno: la notizia principale sarebbe dovuta essere quella che l'Inps invierà, la prossima settimana, circa 4 milioni di lettere ai parasubordinati, dopo quelle spedite a luglio ai lavoratori dipendenti, per spiegare come consultare on line la posizione previdenziale personale. Per verificare, cioè, i contributi che risultano versati.
La seconda notizia è che non sarà possibile, per il lavoratore parasubordinato, simulare sullo stesso sito quella che dovrebbe essere la sua pensione, come invece possono già fare i lavoratori dipendenti. Il motivo di questa differenza pare sia stato spiegato da Mastrapasqua proprio con quella battuta. Per dire, in altre parole, che se i vari collaboratori, consulenti, lavoratori a progetto, co.co.co., iscritti alla gestione separata Inps, cioè i parasubordinati, venissero a conoscenza della verità, potrebbero arrabbiarsi sul serio. E la verità è che col sistema contributivo, i trattamenti maturati da collaboratori e consulenti spesso non arrivano alla pensione minima.

I precari, i lavoratori parasubordinati come si chiamano per l'INPS gli "imprenditori di loro stessi" creati dalle politiche neoliberiste, non avranno la pensione. Pagano contributi inutilmente o meglio: li pagano perché l'INPS possa pagare la pensione a chi la maturerà. Per i parasubordinati la pensione non arriverà alla minima, nemmeno se il parasubordinato riuscirà, nella sua carriera lavorativa, a non perdere neppure un anno di contribuzione.

L'unico sistema che l'INPS ha trovato per affrontare l'amara verità, è stato quello di nascondere ai lavoratori che nel loro futuro la pensione non ci sarà, sperando che se ne accorgano il più tardi possibile e che facciano meno casino possibile.

Quindi paghiamo i nostri contributi che non rivedremo sotto forma di pensione. Se reagiamo adesso, forse, abbiamo ancora la speranza di una pensione minima.

(da contintasca.blogosfere.it)

lunedì 11 ottobre 2010

Dieci consigli per risparmiare sulla bolletta di casa

Riporto un articolo utile, in questo periodo di crisi:
"Deval, al società per la distribuzione dell'energia elettrica in Val d'Aosta, ha preparato una lista di dieci consigli per un uso dell'energia elettrica corretto e intelligente . Seguendoli, si dovrebbe potere risparmaire sulla bolletta. Vediamoli:

1. Televisore, videoregistratore, lettore dvd e computer
ricordati di spegnere gli apparecchi con il pulsante e non solo con il telecomando, gli apparecchi in stand-by continuano a consumare energia. Cerca di tenere acceso un solo apparecchio per tutta la famiglia.
2. Lampade ad alta efficienza energetica
Scegli lampade a basso consumo, soprattutto per gli ambienti in cui la luce rimane accesa più a lungo, permettono di ridurre il consumo di energia dell'80% rispetto alle lampade tradizionali ad incandescenza. Ricordati di spegnere la luce quando non serve.
3. Condizionatore
Accendi il condizionatore solo in caso di reale bisogno e regola il termostato su temperature non molto differenti da quella esterna.
4. Forno elettrico
Non aprire frequentemente il forno durante la cottura, preriscalda il forno solo quando necessario e spegnilo poco prima della fine della cottura per sfruttare il calore residuo
5. Forno a micro-onde
Il forno a microonde è più parco nei consumi di un forno tradizionale, in quanto sensibilmente più rapido nella cottura.
6. Frigorifero
Evita frequenti e inutili aperture dello sportello; posiziona l'apparecchio nel punto più fresco della cucina, lontano da fornelli, termosifoni e lascia almeno 10 cm di distanza dal muro per la ventilazione.
7. Lavastoviglie
Fai funzionare l'apparecchio a pieno carico, usa il meno possibile il ciclo intensivo, piuttosto rimuovi dalle stoviglie i residui più grossi che potrebbero intasare il filtro e diminuire l'efficiacia del lavaggio.
8. Asciugacapelli
Utilizza l'apparecchio a temperature medie, le alte temperature fanno aumentare i consumi e non fanno bene ai capelli.
9. Lavatrice
Utilizza l'apparecchio sempre a pieno carico e a temperature non troppo alte (30-60°C). Se si dispone di un modello con asciugatura automatica, cercare di usarlo solo quando non è possibile stendere il bucato.
10. Scaldabagno
non tenere acceso lo scaldabagno quando non ne hai bisogno, puoi installare un timer per metterlo in funzione tre ore prima dell'utilizzo."
(da sviluppo-sostenibile-italiano.blogspot.com, Dieci modi per risparmiare energia in casa)

giovedì 3 giugno 2010

RC auto: per Genovese si può risparmiare on line

I prezzi delle polizze RC auto continuano a salire e l'Antitrust apre un'indagine conoscitiva per ricostruire il reale andamento di prezzi e costi del settore. Nonostante l'introduzione, da ormai tre anni, del risarcimento diretto, i consumatori sembrano non averne tratto vantaggio.
Secondo Alberto Genovese, CEO di Assicurazione.it, "i comparatori di prezzo sono strumenti utili e imparziali, capaci di aiutare a garantire chiarezza e trasparenza e la Commissione Europea lo ha recentemente confermato affidando proprio ad Assicurazione.it il modulo sulla trasparenza nei confronti dei consumatori allo European Consumer Summit 2010 di Bruxelles. Quello che manca, spesso, è la forza di cambiare comportamenti radicati e prendere in mano una situazione che si percepisce e difficile da gestire autonomamente, da un'indagine che abbiamo recentemente condotto, ad esempio, molti italiani non approfittano delle agevolazioni introdotte dal decreto Bersani: nonostante il 75% sappia di poter ottenere la classe di merito del convivente, per esempio, solo il 7,5% ne approfitta. Insomma, risparmiare sull'assicurazione auto oggi è possibile, specialmente tramite i comparatori online".
In momenti di mercato tanto delicati, il supporto di strumenti come Assicurazione.it diventa fondamentale per avere una visibilità a 360° delle offerte proposte dalle diverse compagnie. E i numeri sembrano proprio confermare questa tendenza, basti pensare che sono più di 1,5 milioni gli italiani che confrontano i preventivi online prima di acquistare la propria polizza risparmiando fino a 500 euro per ciascuna polizza. (Teleborsa)

lunedì 31 maggio 2010

RC auto: per gli stranieri costo maggiorato

Assicurazioni auto ancora nel mirino dei consumatori.
Stavolta si tratta di un aumento, del tutto ingiustificato, che colpisce alcuni automobilisti che provengono da altre nazioni europee.
Il numero odierno di Repubblica riporta il caso di una cittadina di nazionalità romena che si è vista maggiorare la polizza RC Auto di ben 250,00 euro. Al momento del ritiro del talloncino, la barista romena ha notato un aumento del premio. Alla precisa domanda del perché, l’assicuratore avrebbe risposto che è contemplato un “rischio nazionalità”.

Le associazioni degli stranieri in Italia promettono battaglia. La cosa, comunque, non è affatto un caso isolato: basta fare delle verifiche con diverse compagnie di assicurazioni auto per constatare che il cosiddetto rischio nazionalità esiste, eccome.

Dal nord al sud, parecchie compagnie applicano diversi costi in base alla nazionalità, costi maggiorati di un buon 15% se l’assicurato è di nazionalità romena.

Ma le tariffe etniche sono legittime? L’Isvap, che dovrebbe vigilare sulle compagnie assicurative, sollecitata sul problema, preferisce tacere. Le associazioni di consumatori affermano che ogni compagnia ha diritto di applicare le proprie tariffe, depositandole però all’Isvap che, in seguito, dovrebbe disporre autorizzazioni.

La compagnia, comunque, può tariffare in modo diverso, inventandosi una regola interna, in base ad una nazionalità e considerandola a maggiore rischio. Sta al cliente se accettare o meno, oppure rivolgersi ad altre compagnie assicurative.

Dal punto di vista giuridico si può invece facilmente organizzare una battaglia legale, perché il fatto, in Italia, lede molti diritti. Eugen Terteleac, presidente dell’Associazione romeni in Italia, annuncia una battaglia legale contro quella che chiama “una palese diseguaglianza”.

martedì 25 maggio 2010

Da domani parte I'ISC

Come annunciato qualche mese fa, dal 26 maggio sarà obbligatorio per tutte le banche avere e comunicare l’ISC, l'Indicatore Sintetico di Costo per i Conti Correnti.
Si tratta di una sorta di “misuratore” previsto dalla normativa sulla trasparenza di Banca d’Italia per consentire il confronto omogeneo tra conti correnti bancari, fino a oggi difficile a causa di spese fisse e variabili non sempre esplicite nelle offerte delle banche.
Una rivoluzione, Ma quanto vale l'lsc?
Fino a 182 euro all'anno nei conti per famiglie, secondo la simulazione Bocconi per Corriere Economia su Unicredit, Intesa Sanpaolo, Bnl, Mps e Ubi.
Le meno care? lng e Webank.

mercoledì 10 marzo 2010

La Corte dei Conti conferma l'aumento dei costi dei servizi bancari

Da almeno 5 anni Adusbef e Federconsumatori lamentano un aumento sistematico dei costi dei servizi bancari con profitti più elevati, legati ad un aumento delle tariffe e non al recupero di costi ed efficienze.
Ora anche la Corte dei Conti, dopo un’indagine effettuata su questa tema, è approdata agli stessi risultati: un sistematico saccheggio da parte delle utilities privatizzate come acqua, energia, tariffe autostradali, con oneri maggiorati da parte di un sistema bancario predatorio che mette a carico della clientela costi considerevolmente più elevati di quelli riscontrati nella maggior parte degli altri paesi europei.
Non ci sarebbero poi elementi per dimostrare che l'aumento delle tariffe è stato effettivamente necessario per spingere e sostenere i necessari investimenti in infrastrutture.
I dati disponibili – sostengono Elio Lannutti, Presidente Adusbef , e Rosario Trefiletti, Presidente Federconsumatori - "non forniscono conclusioni univoche che l'elevata redditività del settore, influenzata dagli elevati livelli di indebitamento, sia stata effettivamente funzionale a promuovere le politiche di investimento delle società recentemente privatizzate”.
Le privatizzazioni e l'attuale corso della presenza pubblica nei settori dell'energia e del gas non impediscano che le tariffe a carico di ampie categorie di utenti siano notevolmente più elevate di quelle richieste agli utenti degli altri paesi europei, e ciò in ragione del permanere di situazioni di monopolio di rete. Un meccanismo nel quale, per la Corte dei Conti, riveste un ruolo l'alto indebitamento delle aziende che operano in mercati regolamentati, che può servire ad "aumentare strategicamente il rischio di insolvenza in modo da ottenere tariffe più alte per finanziare gli investimenti. L'impresa regolata usa quindi il debito come uno strumento per ottenere un impegno vincolante da parte del regolatore a mantenere un elevato livello di profittabilità".
Fusioni bancarie e privatizzazioni, che erano state spacciate come elementi di concorrenza e di riduzioni dei costi offerti all’utenza, non solo non hanno conseguito economie di scala e miglioramento della qualità dei servizi (si pensi al settore RC Auto con tariffe obbligatorie rincarate del 172%), ma hanno avuto l’unico scopo di aumentare i costi a danno di consumatori, famiglie e piccole e medie imprese per pagare principalmente alti bonus e prebende dei manager,alterando la concorrenza con accordi di cartello perché regolatori “strabici”, a partire dalla Banca d’Italia, invece di fare gli arbitri e pretendere il rispetto delle regole del gioco, hanno sempre calciato nella porta sbagliata dei cittadini, negando tutti quei rigori mai fischiati a giocatori scorretti (i banchieri) che se ne sono sempre infischiati del mercato e delle corrette regole di correttezza e trasparenza nella escuzione dei contratti.
Ed è grazie a questo sistema segnalato finalmente anche dalla Corte dei Conti che solo a partire dal 2002, sono stati sfilati dalle tasche dei consumatori,con il pretesto dell’euro, ben 9.270 euro di rincari a famiglia,per un controvalore di oltre 170 miliardi di euro, molti dei quali sfuggiti al fisco, espatriati,e quasi certamente scudati e lavati con il terzo scudo fiscale con l’obolo del 5% di commissione. (fonte Sesto Potere)

giovedì 5 novembre 2009

Giornata Mondiale del Risparmio 2009

Giovedì scorso, 29 settembre, si è tenuta a Roma l’85ª Giornata Mondiale del Risparmio.
Il titolo dell'edizione di quest’anno è “Risparmio ed economia reale: la fiducia riparte dai territori”. Sono intervenuti, tra gli altri, il ministro dell’Economia e delle Finanze Giulio Tremonti, il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi, il presidente dell’Abi Corrado Fissola e il presidente dell'Acri Giuseppe Guazzetti, oltre ad alcune fra le più alte cariche dello Stato, numerosi esponenti del mondo politico e istituzionale, dell’economia e della finanza, la stampa e diversi rappresentanti dei consumatori e dei sindacati.

venerdì 25 settembre 2009

Gli interessi usurari e anatocistici

L'usura rappresenta un male della società con origini molto antiche. In sostanza si caratterizza con lo sfruttamento della necessità di denaro delle persone al fine di ricavare un guadagno.
In ambito finanziario l'usura bancaria si configura qualora sia concesso un prestito a dei tassi superiori rispetto a dei tassi soglia determinati. Il tasso soglia è ricavato dall'aumento della metà del TEGM rispetto ai prodotti finanziari interessati. Il TEGM (tasso effettivo globale medio) è ufficializzato ogni tre mesi l'anno a cura del Ministero del Tesoro.

Prima del 1996 con una Legge ad hoc antiusura questo problema molto radicato e importante non era visto per la sua reale pericolosità. Basta ricordare solo che il codice penale non prevedeva l'arresto in caso di flagranza di reato. Nel 1996 si è dovuto correre ai ripari visto l'allargarsi di questo fenomeno negativo, è stata introdotta la Legge nr. 108 che ha afferrato per mano tale problematica affrontando definitivamente e concretamente il reato di usura, inasprendo le leggi in materia. Anche le banche che concedono dei prestiti oltre il tasso usura incorrono al reato di usura, è previsto tra l'altro, in taluni casi, anche la rescissione del contratto in favore del cliente. Per ogni prodotto di credito che va dal leasing, al mutuo, alla cessione del quinto o al semplice prestito personale esiste una diversa soglia usura. Basti pensare che in ambito di usura un mutuo a tasso variabile ha una soglia di usura diversa rispetto al tasso fisso. Questi tassi di usura, sono comunicati e decisi dal Ministero del Tesoro e pubblicati a cura della Banca d'Italia, con cadenza trimestrale. Da non molto tempo si sente parlare di anatocismo bancario, interessi anatocistici.

Di cosa si tratta? Si tratta di una pratica applicata in passato dagli istituti di credito che consisteva nel far pagare interessi sugli interessi, la cosiddetta capitalizzazione degli interessi. La giurisprudenza si è espressa in tale ambito vietando appunto tale pratica. In passato era facile trovare nelle proprie spese di conto corrente o anatocismo mutuo degli interessi sugli interessi a causa della presenza di clausole per la capitalizzazione trimestrale degli impieghi. Ricordiamo ad esempio che la cassazione si è pronunciata diverse volte sulla legge antiusura, tra cui interessa anche l'anatocismo, per la tutela degli interessi di tutti i cittadini.

(da www.inrosso.com)

martedì 25 agosto 2009

Ubi Banca socialmente responsabile

Damiano Carrara, Csr di Ubi Banca, quinto gruppo bancario d'Italia, ha racontato ad Affaritaliani le politiche di responsabilità sociale del gruppo.
Per l’ambiente, uffici alimentati dal fotovoltaico, video conferenze per diminuire le trasferte dei dipendenti, promozione dell'utilizzo dell'home banking per ridurre gli spostamenti degli utenti verso la banca e le stampe dei documenti.
E ancora, pari opportunità per il personale, correttezza e trasparenza verso i clienti, i fornitori e la pubblica amministrazione.

Ubi banca è nata nel 2007 dalla fusione del gruppo BPU, banca nata a sua volta nel 2003 dalla fusione di Banca popolare di Bergamo e Banca popolare del Commercio e dell'Industria, e Banca lombarda. "La responsabilità sociale d'impresa è una strategia complessiva di gestione dell'attività bancaria. - spiega Carrara - Significa effettuare tutte le scelte operative e di gestione tenendo conto della responsabilità che abbiamo nei confronti di tutti i nostri interlocutori, cioè degli effetti che queste scelte poi hanno nel medio e lungo termine rispetto a tutti gli stakeholder. Con un'attenzione alle ricadute ambientali pari all'attenzione alle ricadute sui clienti, sul personale e sui soci".

lunedì 17 agosto 2009

L’Antitrust punta il faro sulle commissioni elevate delle carte di credito

L’Antitrust punta il faro sulle carte di credito e su MasterCard. Sotto inchiesta, oltre al circuito, vi sono otto istituti: Banca Monte dei Paschi di Siena, Banca Nazionale del Lavoro, Banca Sella Holding, Barclays Bank, Deutsche Bank, Intesa Sanpaolo, Icbpi (Istituto centrale delle banche popolari italiane) e Unicredit.
L’istruttoria, che dovrò concludersi entro il 31 luglio 2010, dovrà stabilire, in particolare, se la fissazione delle commissioni interbancarie nazionali per le transazioni con carte di pagamento in Italia da parte di MasterCard e quindi la loro applicazione da parte delle banche licenziatarie del marchio, restringa il confronto competitivo, trasferendo costi elevati sugli esercenti e sui consumatori.

martedì 14 luglio 2009

Le iniziative anti-crisi di MPS per i clienti

Banca Monte dei Paschi di Siena, nell’ambito del piano di sostegno ai clienti elaborato con le associazioni dei consumatori, prevede:

- sospensione delle rate dei mutui in essere per un periodo da 6 a fino 12 mesi, privilegiando i clienti senza più impiego, in cassa integrazione, o con minori e/o anziani a carico, oppure soggetti a significative spese mediche periodiche o di assistenza per anziani o disabili (per i mutui erogati in Emilia Romagna);

- sospensione delle rate per Prestiti Personali erogati da Consum.it tramite Banche del Gruppo Montepaschi, con l’opzione “Fuoriclasse” esercitabile fino a 3 volte senza alcun costo dal cliente in regola con i pagamenti da almeno 12 mesi o con una sola rata in arretrato e che permette di sospendere i pagamenti fino a 6 mesi e ridurre la rata di rimborso fino al 2% del capitale residuo, con durata del rimborso estendibile fino ad un massimo di 24 mesi rispetto alla durata originaria del finanziamento e tasso di interesse invariato per tutta la durata del rapporto;

- recepimento anticipato di una parte della Direttiva Europea sul Credito ai Consumatori 2008/48/CE, con interventi significativi che prevedono la possibilità per il consumatore di esercitare, entro 14 giorni, il diritto di recesso su un prestito erogato (personale o finalizzato) e la riduzione della commissione di estinzione anticipata applicata al consumatore. Sempre in questo ambito si è trovato spunto per estendere l’ambito di applicazione dell’art. 42 del Codice del Consumo con l’adozione della sussidiarietà della finanziaria a tutela del consumatore in caso di mancata consegna del bene da parte dal negoziante, anche nel caso in cui non si operi in esclusiva.

mercoledì 8 luglio 2009

Banche: basta trucchi!

"«Tutte le clausole aventi a oggetto il massimo scoperto, o clausole con il medesimo scopo o finalità, sono da considerarsi nulle». Con queste due righe, il 26 giugno, il ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha posto fine al «trucco dei banchieri». Si è chiuso così il caso delle «commissioni di massimo scoperto»: la percentuale da pagare sulla massima esposizione sul conto corrente. Prima del suo intervento, l’Associazione bancaria italiana (Abi), in nome e per conto del sistema bancario, aveva resistito per anni alle sentenze della magistratura e agli inviti della Banca d’Italia. Finalmente, nel novembre del 2008, il decreto anticrisi aveva abolito la commissione, ritenuta illegale per i suoi meccanismi di applicazione. Ma a quel punto le banche si sono messe al lavoro per individuare un meccanismo che evitasse al sistema di introitare cifre favolose (attorno al miliardo di euro, secondo alcuni). Il risultato? «Gentile cliente, dal 28 giugno 2009 non saranno più applicate le commissioni di massimo scoperto e la penale per il passaggio a debito di conti non affidati. Dal primo luglio 2009 in sostituzione sarà applicata la commissione per scoperto di conto nella misura di 2 euro per ogni giorno in cui si è determinato un saldo debitore e per ogni mille euro di saldo debitore o frazione». È questo, testualmente (il copyright è della Cassa di risparmio di Firenze), uno dei mille modi che erano stati escogitati per aggirare il divieto. C’era solo l’imbarazzo della scelta: c’è «il tasso di sconfinamento», la «commissione di istruttoria urgente», ma anche la «commissione per utilizzo oltre la disponibilità fondi» o «la commissione di messa a disposizione delle somme» oppure, al contrario, la «commissione per indisponibilità fondi».
Insomma, con questa vicenda si dimostra che la fantasia ai banchieri non manca, quando si tratta di spremere l’impresa." (Pompeo Locatelli, Economy)

lunedì 8 giugno 2009

Acquistare casa in sicurezza con la guida Notai-Consumatori

"Garanzia preliminare. La sicurezza nel contratto di compravendita immobiliare: così si chiama la terza Guida per il cittadino realizzata dal Consiglio Nazionale del Notariato insieme alle Associazioni dei consumatori: Adiconsum, Adoc, Altroconsumo, Assoutenti, Cittadinanzattiva, Confconsumatori, Federconsumatori, Lega Consumatori, Movimento Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino, Unione Nazionale Consumatori. La pubblicazione, che verrà presentata mercoledì 20 maggio presso la sede del Notariato (Via Flaminia 160, Roma), spiega i diritti del cittadino nella compravendita immobiliare, in particolare nella fase del contratto preliminare".
(da Helpconsumatori)

giovedì 28 maggio 2009

Mutui: trasparenza bancaria e prospetto Esis

In questo post parlerò di trasparenza bancaria e del relativo codice di condotta relativi alle proposte di mutuo.

Nel 1997 la commissione Europea ha emanato il prospetto informativo Esis, un codice di condotta europeo al quale molte banche europee e tutte quelle italiane hanno aderito.

Il prospetto Esis è costituito da 15 punti in cui il cliente può preventivare il mutuo in tutti i suoi aspetti, consentendo di confrontare tutte le offerte di mutuo. Nel prospetto vengono illustrate la banca mutuante, la tipologia del prestito, il tasso di interesse applicato, il taeg, l'importo della somma erogabile, il periodo di ammortamento con relativo importo delle rate e frequenza di pagamento; inoltre vi sono riportati tutti i costi riguardanti le spese di istruttoria e accessorie, le regole per l’estinzione e gli indirizzi delle autorità preposte alla raccolta delle domande di eventuali reclami.

Ricordiamo inoltre che le banche, a seguito di una raccolta di domanda di mutuo, hanno l’obbligo di presentare un foglio informativo nel quale, a differenza dell’Esis, vengono specificate le voci riguardanti i dati identificati della banca mutuante, tutti i rischi collegati all’operazione di erogazione del credito, i costi massimi legati al finanziamento e una legenda dei termini più tecnici utilizzati nel foglio informativo. Anche l'Ufficio cambi ha introdotto tre anni fa una normativa sulla trasparenza riguardo all’attività dei mediatori creditizi. Con questa normativa si è cercato di tutelare gli interessi del cliente, obbligando i mediatori nel svolgere la loro attività in maniera più professionale e trasparente. Ad esempio tale normativa prevede che i mediatori debbano consegnare sempre copia del contratto di mutuo al cliente, obbligatoriamente se operanti fuori sede e solo a richiesta in sede. Inoltre sulla normativa di trasparenza di mutuo, deve essere riportato chiaramente l’importo dovuto a seguito dell’attività di mediazione, e tutte quelle voci di spese a carico del cliente.