martedì 4 giugno 2013

Scatta l’ultima chiamata per Aedes la decisione alle banche creditrici

La Repubblica annuncia che il destino della società immobiliare quotata in Borsa Aedes è nelle mani degli istituti di credito. Le banche saranno chiamate a decidere se continuare a dare fiducia alla società oppure no. 

Milano - I fili del destino di Aedes sono tenuti dalle banche. Gli istituti di credito dovranno decidere, a breve, se continuare a dare fiducia alla società immobiliare quotata in Borsa oppure no. Saranno chiamati a farlo non solo in qualità di creditori, ma pure di azionisti, visto che circa il 20% del capitale della società è in mano proprio ad alcuni degli istituti più esposti e cioè: Banca Popolare di Sondrio, Monte dei Paschi di Siena, Crédit Agricole, Unicredit, Natixis. Prima dell’assemblea di fine mese, il 27 giugno, l’ad Giuseppe Roveda presenterà alle banche un nuovo piano, che intende cambiare radicalmente la società immobiliare. Più property company, con il giusto mix di servizi e sviluppo. Piazza Affari finora ha reagito all’ipotesi di rilancio, facendo schizzare il titolo al rialzo, sulla scorta dell’idea che possa entrare nel capitale un nuovo socio accanto agli Amenduni, che detengono il 26,2% del capitale. A fine 2014 vanno a termine importanti tranche del debito di 430 milioni. Occorre dunque ridiscutere tutte le scadenze. Questo è il primo passaggio, se Roveda riuscirà a convincere gli istituti che sarà in grado di trasformare Aedes in un gruppo capace di generare ricavi, anche in assenza di vendite immobiliari, allora arriverà a salvare la società. Diversamente, l’esito potrebbe essere davvero nefasto. Roveda dovrà riuscire a persuadere che la nuova Aedes sarà in grado di generare cassa sufficiente per sostenere l’indebitamento. Mossa non
semplicissima, se si guardano i risultati 2012 e quelli dei primi mesi 2013. L’anno scorso la società ha fatto pulizia nei conti, un’azione propedeutica alla definizione del piano di rilancio ed alla manovra finanziaria. Dopo due successive perizie è emerso uno scostamento significativo tra i valori di mercato del portafoglio ed i corrispettivi valori di libro. A parità di perimetro, il patrimonio immobiliare consolidato del gruppo al 31 dicembre 2012 è stato valutato a 412,8 milioni di euro, rispetto ai circa 646,8 milioni di euro al 31 dicembre 2011. Il risultato delle svalutazioni è stato una perdita di 252 milioni di euro. E questo a fronte di ricavi quasi dimezzati, a circa 37 milioni di euro. Nel primo trimestre del 2013 si sono aggiunti altri 4 milioni di euro di rosso, che hanno portato le perdite cumulate comprese quelle dell’anno scorso a quota 256 milioni. Così il patrimonio netto, a marzo, è andato a 57 milioni di euro (era a 61 milioni a fine 2012) rispetto all’ammontare del capitale sociale pari a 284 milioni di euro, quindi con una diminuzione del capitale sociale di oltre un terzo. La perdurante crisi del mercato immobiliare italiano ha, inoltre, rivelato l’inefficacia del piano di ristrutturazione lanciato ormai 4 anni fa. Il cda ha così dovuto disporre una rivisitazione “critica” di quanto impostato per sostenere la Convenzione ex articolo 67 (cioè l’accordo stragiudiziale tra banche e azienda sul debito). Il nuovo piano servirà, dunque, per definire una nuova Convenzione con le banche. Questo accordo è il vero muro che Aedes dovrà superare per poter continuare a vivere. Prima che si palesino eventuali cavalieri bianchi è necessario dunque attraversare il guado. Solo dopo aver superato il collo di bottiglia della ridefinizione degli accordi sul debito si potrà cominciare a fantasticare sull’apparizione (anche se la Borsa con la fantasia ha già fatto registrare al titolo un +30% in una settimana) di un investitore disposto ad affiancare la famiglia Amenduni. In effetti, a seguito dei rumors sull’arrivo imminente di un nuovo socio, la società, su richiesta di Consob, ha precisato con una nota ufficiale di non aver sottoscritto, al momento “alcun accordo, neppure preliminare” con soggetti “potenzialmente interessati all'ingresso nel capitale.' Il piano di rilancio che dovrebbe dar vita alla nuova Aedes poggia su cinque pilastri fondamentali, inclusa la manovra finanziaria. Le linee guida sono già state comunicate, mentre i dettagli verranno presentati a banche ed azionisti principali nelle prossime settimane. Gli stepsaranno: un aumento di capitale per cassa, le cui risorse serviranno per migliorare il portafoglio immobiliare investendo in attività a reddito (come retail e office), per riqualificare alcuni asset core già di proprietà, per l’avvio di nuovi progetti di sviluppo e per finanziare l’attività corrente e dei fondi immobiliari. È previsto, successivamente, un aumento di capitale in natura, riservato a terzi, finalizzato al conferimento di asset a reddito per incrementare ulteriormente il portafoglio e ad operazioni di sviluppo ad alta visibilità. E ancora: la predisposizione di un piano di riorganizzazione del gruppo e la formazione di una nuova struttura coerente con la nuova strategia. Un ulteriore passaggio sarà il riposizionamento di Aedes Bpm Sgr (oggi ha un Aum di circa 700 milioni di euro) “attraverso eventuali aggregazioni con altre Sgr”, recita una nota. Infine il nuovo accordo con le banche: “con l’obiettivo di realizzare rapidamente il risanamento economico del gruppo e favorire l’ingresso di nuovi investitori, funzionale al rilancio della società”.

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