lunedì 5 maggio 2014

Sicure e convenienti? I "segreti" delle carte prepagate

Qualche chicca interessante per quanto riguarda le carte prepagate! Ho trovato questo articolo leggendo E-R Il portale della Regione Emilia-Romagna.

L’apripista - di successo - è stata la Postepay. Oggi di carte prepagate se ne contano una cinquantina e il segmento sembra non conoscere crisi. Apprezzate soprattutto dai giovani per la semplicità d’uso e i costi particolarmente contenuti, le card di pagamento hanno consentito a questa fascia di utenza, e non solo, di avvicinarsi ai servizi bancari, evitare le seccature del contante, tenere sotto controllo le uscite e, soprattutto, fare shopping on line in tutta sicurezza.
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Spiega Francesca Tedeschi, amministratrice di Osservatorio Finanziario: “Il costo medio annuale è stato calcolato attraverso una simulazione che tiene in considerazione, oltre ai costi necessari per ottenere il rilascio, maggiorati da eventuali canoni di abbonamento mensili o annuali, le spese necessarie per effettuare 12 operazioni di ricarica, 3 prelievi di contante da Bancomat del gruppo bancario, nell’area Sepa, un prelievo al di fuori della zona euro e 5 disposizioni di bonifico”.

La ricarica media è stata calcolata facendo la media matematica tra tutte le possibili modalità di ricarica previste dalla carta.

Analizzando le singole voci censite da OF si vede che sono aumentati del 4,10% i costi di ricarica media (1,52 euro), del 26,38% quelli per le ricariche allo sportello (1,82 euro), dell’8% quelli per i prelievi da sportello di altro istituto di credito in Europa (in media 1,89 euro) e del 14,14% le spese di rimborso (1,13 euro). In controtendenza il costo del canone annuo, che scende del 24,19% attestandosi a 0,47 euro medi.

A fare la differenza, dice la Tedeschi, sono i servizi aggiuntivi - bancari e non - che influiscono nella valutazione complessiva di OF. Ad esempio, un punteggio maggiore è stato attribuito alle card dotate di tecnologia contactless, per effettuare pagamenti senza contatto e senza richiesta di Pin per importi inferiori ai 25 euro. Apprezzate sono anche quelle che si possono richiedere direttamente on line, senza doversi recare in filiale e compilando tutti i documenti necessari grazie all’uso della firma digitale.
Più elevato, infine, è anche il punteggio per le banche che permettono la creazione di una carta virtuale (Pan) per avere maggiore sicurezza negli acquisti on line.

Come non farsi sottrarre i soldi (e farseli rimborsare, se capita) “Le carte prepagate con Pin, codice e nominativo in rilievo, hanno la stessa sicurezza di quelle tradizionali”, spiega Fabio Picciolini, presidente di Consumers’Forum ed esperto del settore bancario. “Il fenomeno prepagate è in costante crescita e i consumatori devono prestare sempre maggiore attenzione. Non è superfluo ricordare, per esempio, che è buona norma prestare attenzione a tutte le mail ‘ambigue’ con cui vengono richiesti i dati di home banking e i codici personali, perché proprio attraverso queste richieste i frodatori informatici riescono a clonare le carte”.

La prudenza non è mai troppa anche quando preleviamo dagli Atm oppure facciamo acquisti nei negozi tradizionali: “Coprire la tastiera mentre si digita il codice e non lasciare lo scontrino in giro dopo l’acquisto può aiutarci a evitare truffe e raggiri, come il trashing, una tecnica attraverso la quale da un semplice scontrino si può risalire alla matrice della carta”.

E se, nonostante tutte le accortezze, ci accorgiamo che la nostra carta è stata clonata? In questo caso bisogna procedere immediatamente al suo blocco telefonando al numero verde del servizio clienti del circuito-carta (i numeri sono diversi a seconda che si telefoni dall’Italia o dall’estero).

Una volta chiamato il numero verde, è buona norma annotarsi data, ora ed eventuale codice di blocco. Entro i due giorni lavorativi successivi, bisogna confermare la richiesta di blocco con una raccomandata A/R, con allegata copia della denuncia effettuata presso un posto di polizia, alla banca e alla società gestrice del circuito oppure alla società emittente la carta.

Nella maggior parte dei casi, aggiunge Picciolini, questa procedura è sufficiente per ottenere dall’istituto di credito il rimborso delle somme sottratte. In caso contrario si ha la possibilità di ricorrere all’Arbitro bancario e finanziario che, anche quando le banche o Poste hanno cercato di “declinare” le proprie responsabilità, ha sempre dato ragione, in tutto o in parte, ai clienti riconoscendo loro il rimborso delle somme prelevate in modo fraudolento.

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