Da almeno 5 anni Adusbef e Federconsumatori lamentano un aumento sistematico dei costi dei servizi bancari con profitti più elevati, legati ad un aumento delle tariffe e non al recupero di costi ed efficienze.
Ora anche la Corte dei Conti, dopo un’indagine effettuata su questa tema, è approdata agli stessi risultati: un sistematico saccheggio da parte delle utilities privatizzate come acqua, energia, tariffe autostradali, con oneri maggiorati da parte di un sistema bancario predatorio che mette a carico della clientela costi considerevolmente più elevati di quelli riscontrati nella maggior parte degli altri paesi europei.
Non ci sarebbero poi elementi per dimostrare che l'aumento delle tariffe è stato effettivamente necessario per spingere e sostenere i necessari investimenti in infrastrutture.
I dati disponibili – sostengono Elio Lannutti, Presidente Adusbef , e Rosario Trefiletti, Presidente Federconsumatori - "non forniscono conclusioni univoche che l'elevata redditività del settore, influenzata dagli elevati livelli di indebitamento, sia stata effettivamente funzionale a promuovere le politiche di investimento delle società recentemente privatizzate”.
Le privatizzazioni e l'attuale corso della presenza pubblica nei settori dell'energia e del gas non impediscano che le tariffe a carico di ampie categorie di utenti siano notevolmente più elevate di quelle richieste agli utenti degli altri paesi europei, e ciò in ragione del permanere di situazioni di monopolio di rete. Un meccanismo nel quale, per la Corte dei Conti, riveste un ruolo l'alto indebitamento delle aziende che operano in mercati regolamentati, che può servire ad "aumentare strategicamente il rischio di insolvenza in modo da ottenere tariffe più alte per finanziare gli investimenti. L'impresa regolata usa quindi il debito come uno strumento per ottenere un impegno vincolante da parte del regolatore a mantenere un elevato livello di profittabilità".
Fusioni bancarie e privatizzazioni, che erano state spacciate come elementi di concorrenza e di riduzioni dei costi offerti all’utenza, non solo non hanno conseguito economie di scala e miglioramento della qualità dei servizi (si pensi al settore RC Auto con tariffe obbligatorie rincarate del 172%), ma hanno avuto l’unico scopo di aumentare i costi a danno di consumatori, famiglie e piccole e medie imprese per pagare principalmente alti bonus e prebende dei manager,alterando la concorrenza con accordi di cartello perché regolatori “strabici”, a partire dalla Banca d’Italia, invece di fare gli arbitri e pretendere il rispetto delle regole del gioco, hanno sempre calciato nella porta sbagliata dei cittadini, negando tutti quei rigori mai fischiati a giocatori scorretti (i banchieri) che se ne sono sempre infischiati del mercato e delle corrette regole di correttezza e trasparenza nella escuzione dei contratti.
Ed è grazie a questo sistema segnalato finalmente anche dalla Corte dei Conti che solo a partire dal 2002, sono stati sfilati dalle tasche dei consumatori,con il pretesto dell’euro, ben 9.270 euro di rincari a famiglia,per un controvalore di oltre 170 miliardi di euro, molti dei quali sfuggiti al fisco, espatriati,e quasi certamente scudati e lavati con il terzo scudo fiscale con l’obolo del 5% di commissione. (fonte Sesto Potere)
mercoledì 10 marzo 2010
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