Milano Finanza commenta l'ottima trimestrale di Mediobanca:
Mediobanca chiude i primi nove mesi dell'esercizio 2010-2011 con un utile netto in crescita a 418,9 milioni di euro, il 18% in più rispetto ai 354,4 milioni dello stesso periodo dell'esercizio precedente. Nel solo terzo trimestre l'utile netto è raddoppiato da 84 milioni a 156 milioni di euro, oltre i 140 milioni previsti dal consenso.
I ricavi nei nove mesi sono risultati pressoché stabili, passando da 1,59 miliardi a 1,56 miliardi (532,2 milioni nel trimestre da 454,6 milioni dello scorso anno e da 520 milioni previsti dal consenso), mentre è migliorato il margine di interesse (+20,9% a 799,8 milioni) grazie alla ripresa di retail e private banking. Sono invece calati i proventi da negoziazione da 383 a 197,5 milioni per le minori cessioni del comparto Afs.
Mediobanca ha poi visto nei primi nove mesi dell'esercizio un utile di 154 milioni dalla divisione Principal investing, in cui figurano le quote in Rcs, Generali e Telco, con una crescita del 27% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il risultato ha beneficiato del ritorno alla contribuzione positiva di Rcs e della tenuta di Generali. Il valore di mercato delle partecipazioni è ammontato a 3,2 miliardi.
Invece nel retail banking, CheBanca! ha dimezzato le perdite a 28 milioni da 61 milioni di fine marzo 2010, con ricavi in crescita del 69% a 121 milioni. Nel complesso, la divisione Retail & Private Banking è tornata all'utile per 50 milioni contro la perdita di 28 milioni di un anno prima, mentre l'utile netto della divisione Corporate & Investment Banking è sceso a 238 milioni da 258 milioni, per l'assenza di utili da cessione azioni disponibili alla vendita (98 milioni nello scorso esercizio). Tuttavia al netto dei proventi da cessioni titoli, la voce risulta in crescita del 40%.
Infine, è migliorata ancora la situazione patrimoniale della banca, con il Core Tier 1 pari all'11,3% a fine periodo a fronte dell'11,1% di dicembre 2010 e il total capital ratio è salito dal 14,3% al 14,4% a fronte di un patrimonio netto stabile a 6,6 miliardi di euro.
Numeri a seguito dei quali a piazza Affari il titolo Mediobanca ha accelerato al rialzo e ora avanza dell'1,85% a quota 7,705 euro. L'azione resta la top pick tra le banche italiane di MainFirst Bank (buy e target price a 9,7 euro) grazie a un evidente momentum positivo degli utili e a una solida struttura di bilancio. Inoltre, per gli esperti il titolo ha una valutazione che resta "estremamente interessante".
Mediobanca, aggiungono gli analisti di Banca Imi, è ben posizionata per approfittare del trend positivo del mercato primario Italia e in Europa (nuove Ipo e aumenti di capitale), mentre il business retail sta generando risultati positivi. "Confermiamo quindi il rating add e il target price a 9,23 euro sul titolo". Equita ha buy e un prezzo obiettivo a 9,5 euro.
Conti a parte, oggi il gruppo Italmobiliare ha fatto sapere che resterà nel patto di sindacato di Mediobanca in scadenza a fine anno (eventuali disdette vanno date entro fine settembre). "Sì", ha detto in merito l'Ad, Carlo Pesenti. Mentre il finanziere bretone, Vincent Bollorè, ha detto di non sapere se il Santander uscirà dal patto.
Il gruppo di Boadilla del Monte partecipa al patto tramite la Santusa Holding, membro del gruppo C del patto, guidato da Bollorè. La figlia del presidente del Banco Emilio Botin, Ana Patricia, si è dimessa recentemente dal Cda di Generali, principale partecipata di Mediobanca. In ogni caso, le trattative per il rinnovo del patto di sindacato dell'istituto guidato da Alberto Nagel non si sono aperte.
"Non ci sono al momento discussioni sul patto", ha sottolineato oggi Eric Strutz, consigliere di Mediobanca in quota al socio Commerzbank che ha l'1,7% dell'istituto. E a proposito dell'ipotesi che anche Commerzbank possa uscire dal patto: "non le ho sentite", si è limitato a dire Strutz. L'altro ieri Angelo Casò, presidente del patto, ha detto che i primi incontri tra i soci di Mediobanca per discutere del rinnovo del patto si terranno prima dell'estate.
(Milano Finanza: "Mediobanca raddoppia l'utile nel terzo trimestre, Core Tier 1 a 11,3%")
mercoledì 11 maggio 2011
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Se le banche sono alla ricerca del cittadino investitore, Le chiedo:
RispondiEliminail cittadino investe i suoi soldi nella banca, ma chi proteggerà in singolo cittadino nel caso la banca decida di fare "sparire" l'investimento, al punto di negare lo stesso investimento alla Magistratura?
Le racconto una storia, la Signora Innocenza Maria Campo, consigliata dal proprio avvocato apre un conto corrente n. 10/645629 presso San Paolo IMI, dove vengono versate ingenti somme di denaro e parte di queste somme vengono investite su prodotti consigliati dagli stessi funzionari bancari. Un giorno (fine ottobre 2003) la Signora Innocenza Maria si reca in banca (io ero con lei) e chiede di avere un resoconto, ma in banca le dicono che ormai si deve rivolgere all'avvocato dove usa tenere la documentazione sugli investimenti e che a lei non possono dare nessuna informazione. La Signora protesta molto violentemente, grida che vuole il resoconto, supplica i funzionari bancari ma è inutile.
Si rivolge ad un altro legale e presenta denuncia alla Guardia di Finanza nel dicembre 2003.
A seguito del decreto emesso dal Magistrato, la banca nel comunicare le posizioni, non comunica il c/c 10/645629 che di fatto sparisce con tutti i soldi e investimenti.
La Signora Innocenza Maria pur essendo anziana, non si arrende, presenta denunce, invia esposti-denuncia ai Ministri Tremonti e Alfano, alla Banca d'Italia, alla Consob, all'Adusbef e alla Banca San Paolo IMI, accusando la banca San Paolo IMI di avere omesso il c/c 10/645629 alla Magistratura di Ragusa, di non averlo riportato e che questi è sparito con tutti i soldi, ma nulla succede.
Nemmeno a fronte di un'accusa così grave, San Paolo IMI risponde. E i Ministri non rispondono.
A seguito della denuncia, un’indagata dichiara alla Guardia di Finanza di avere curato l’apertura del conto corrente 10/645629, ma il conto continua a non risultare dagli accertamenti della stessa Guardia di Finanza. Nonostante Innocenza Maria abbia depositato perizie calligrafiche redatte da un famoso perito capitolino e attestanti la falsa firma apposta in un assegno di lire 30.000.000 tratto dal c/c 10/645629, lo stesso conto che la banca omette riportare alla Magistratura di Ragusa.
Innocenza Maria muore lo scorso agosto, e prima mi chiede di continuo che vuole sapere chi ha operato sul suo conto corrente e quali operazioni sono state svolte a sua insaputa da fare sì che la banca San Paolo IMI arrivi a non riportare il conto 10/645629 alla Magistratura di Ragusa.
Mi chiede di continuare a chiedere anche dopo che non ci sarà più, perchè vuole Giustizia, ha sete di Giustizia. Ha anche inviato un ulteriore esposto all’Ispettorato generale del ministero di giustizia chiedendo del c/c 10/645629.
Adesso io le chiedo, come ci si può fidare delle banche se neanche tutte le istituzioni interessate alla vicenda di Innocenza Maria, non sono riuscite in otto anni, a darle delle risposte?
Questo può succedere a qualunque cittadino, e questo è molto grave.
Damiano Nicastro
Ho pubblicato dei video che spiegano meglio la vicenda su:
1) http://www.youtube.com/watch?v=LpoR1bnJyv8
2) http://www.youtube.com/watch?v=wyKOrRVLIoU
3) http://pensareliberi.com/2011/10/28/cronache-di-un-conto-corrente-bancario-scomparso-nel-nulla-e-lomerta-della-magistratura/
4) http://pensareliberi.com/2011/10/12/puo-sparire-un-conto-corrente-bancario-con-tutti-i-nostri-risparmi/
5) http://www.youtube.com/watch?v=HPvC_VUsSoY
6) http://www.youtube.com/watch?v=2QIg1BY6Cdc