E' nata Generali Real Estate, nuova società in cui
sono confluite tutte le attività di servizi e di gestione immobiliare
di Generali.
Sebbene
all’interno di un quadro preoccupante - un mercato asfittico, con
domanda debole, offerta in crescita, prezzi che vacillano ma soprattutto
scambi al lumicino, per le case come per gli altri immobili - l’esordio
della nuova creatura avviene sotto i migliori auspici. Il colosso con
28 miliardi di asset in gestione (immobili di Generali e di terzi) si
presenta infatti sulla scena con l’ok a un nuovo fondo immobiliare da
500 milioni, fresco di autorizzazione da parte della Banca d’Italia.
Prende così forza e consistenza il nuovo approccio di Generali al
mattone, varato alla fine dello scorso anno con la creazione appunto di
Generali Real Estate affidata all’amministratore delegato Giancarlo
Scotti (presidente è Raffaele Agrusti, direttore generale della
compagnia assicurativa): concentrare tutte le attività internazionali in
Italia sotto l’ombrello della nuova nata (le 11 società internazionali
sono ora filiali della realtà italiana) così da proporsi al mercato come
operatore real estate a tutto tondo, dunque aperto anche a clienti
terzi. Si tratta di fatto della prima multinazionale italiana del
mattone, forte del maggior patrimonio immobiliare in gestione tra i
player europei e di un team di 600 professionisti, ma soprattutto con
obiettivi di crescita e di redditività importanti: il 6% l’anno da qui
al 2016, passando da 28 a 36 miliardi di euro di asset in gestione.
All’interno di queste cifre, ancora più ambiziosi sono i target di
sviluppo delle gestione conto terzi, oggi pari all’8-10% dei 28 miliardi
di asset under management, percentuale che dovrà man mano portarsi
verso il 15-16%. I restanti 26 miliardi di asset sono direttamente
posseduti dal gruppo Generali, un patrimonio che oggi esprime una
plusvalenza latente superiore a 5 miliardi di euro, pari al 30%, rimasta
costante anche in questi anni di grave turbolenza, confermando quindi
l’efficacia della politica di investimento attuata dal gruppo. Il total
return, calcolato a valori di mercato, si è assestato invece intorno al
5%. L’immenso patrimonio posseduto direttamente deriva dall’approccio
continuativo della compagnia di Trieste nei confronti degli investimenti
immobiliari, considerati funzionali al business assicurativo sia per
gli interessanti ritorni nel lungo periodo (redditività ricorrente e
creazione di valore) sia perché soggetti a minore volatilità. Il
patrimonio del Leone include anche immobili di grande importanza storica
e architettonica, così come altri di valenza modernissima e hi-tech,
che ha sempre gestito in modo attivo svolgendo negli anni continua
attività di rotazione del portafoglio. In particolare il portafoglio del
gruppo, con immobili di pregio concentrati nelle grandi capitali, è
attualmente per il 65% destinato ad uso uffici, per il 10% al
residenziale, per il 15% al retail e per il restante 10% ad altri usi.
La quota di residenziale è stata molto ridotta negli ultimi anni a
favore di uffici e spazi commerciali, proprio per migliorare la
redditività del portafoglio. La maggior parte degli immobili si trova in
Europa, in particolare il 41% in Italia, il 21% in Francia, il 17%, in
Germania, il 18% negli altri Paesi europei. A Generali Re fanno capo
anche le società di gestione dei fondi.
(da Massimo Caputi, il punto sul Real Estate)
mercoledì 11 luglio 2012
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento