Quando si parla di mutui a tasso variabile, ci si riferisce ai mutui la cui rata cambia per l'effetto dell'andamento economico degli indici a cui sono legati.
Il vantaggio è che, generalmente, l'importo delle rate di un mutuo a tasso variabile è più contenuto rispetto a quello del mutuo a tasso fisso; esso però può appunto aumentare o diminuire.
Il tasso di interesse di questo tipo di mutui è composto dal tasso Euribor, che rappresenta il costo del denaro, e dallo spread, che indica il guadagno della banca. Lo spread è un parametro soggettivo, legato alla politica economica della banca finanziatrice; per questo possiamo trovare notevoli differenze tra le varie proposte.
In altre parole il tasso variabile , è dato dalla somma dello spread, che rimane invariato per tutto il periodo del mutuo, e del tasso Euribor, legato al valore dei suoi rilevamenti. La banca, a seconda della scadenze delle rate previste dal piano di ammortamento, aggiorna l'importo delle rate rimanenti, con il variare del valore dell'euribor.
Tra le proposte di mutui a tasso viariabile, possiamo trovare i cosiddetti tassi d'ingresso e tassi a regime.
Il primo rappresenta un tasso applicato per i primi mesi di vita del mutuo per poi dare spazio al tasso a regime, che è il tasso effettivo "ufficiale" del mutuo. Generalmente il tasso di ingresso è un tasso promozionale, pertanto è molto importante, per evitare brutte sorprese, verificare se il tasso pubblicizzato su varie proposte di mutuo è quello a regime o quello d'ingresso.
Si consiglia di optare sul tasso variabile quando si preferisce che il prestito segua l’andamento del mercato o quando si prevede che nel lungo periodo il tasso di riferimento euribor tendi a scendere.
venerdì 12 giugno 2009
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